I debiti pregressi della pubblica amministrazione – che, secondo le ultime stime, ammontano a 70 miliardi di euro – saranno pagati subito attraverso il recupero di 3-4 miliardi di euro da residui precedenti.
Parola del sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, che, ai microfoni di Omnibus, chiarisce il timing della norma contenuta nel pacchetto sulle liberalizzazioni varato venerdì scorso. «Per quanto riguarda il pagamento della Pa – spiega – c’è l’articolo 35 del decreto che prevede un sistema di recupero di vecchi residui precedenti per circa 3-4 miliardi, e questi li mettiamo per pagare i debiti pregressi. Abbiamo raschiato il fondo del barile».
Bond per pagare i vecchi debiti della Pa: subito sei miliardi per saldare il pregresso
Nel pacchetto licenziato venerdì il Governo ha infatti previsto una dote di sei miliardi per pagare i vecchi debiti della Pa con i fornitori. La dote potrà essere spesa in parte per cassa in parte con l’assegnazione di titoli del debito pubblico se, a chiedere questa misura alternativa di pagamento, sarà lo stesso creditore. Il pagamento avverrà facendo ricorso a fondi speciali sui residui passivi perenti di parte corrente e quelli in conto capitale. A decidere sul tipo di titolo di Stato da utilizzare per l’operazione quando a richiederla, come detto, è il creditore, sarà il ministero dell’Economia e il pagamento in bond non andrà a incrementare lo stock di debito pubblico visto che le assegnazioni non si tradurranno in nuove emissioni nette.
Il sottosegretario: abbiamo raschiato il fondo del barile
«Abbiamo raschiato il fondo del barile – prosegue Polillo – preso tutta la liquidità possibile, l’abbiamo messa in bilancio e con questa pagheremo. E questo avverrà subito». Sempre nel decreto, chiarisce ancora il sottosegretario, «c’è anche la possibilità di pagare con i Bot, con titoli di credito. Questo è un primo aspetto che tende a pagare lo stock di debito accumulato, che è rilevante: sono misure ancora inadeguate rispetto allo stock di debito che abbiamo, però i conti sono quello che sono e le risorse sono quello che sono, ce ne rendiamo perfettamente conto».
Saltata la norma per sanzionare i futuri ritardati pagamenti
Nella versione definitiva del decreto, c’è dunque una prima, piccola boccata d’ossigeno per le imprese che vantano crediti con la Pa. È slittata, invece, la norma che sanziona i futuri ritardati pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese e che prevedeva l’introduzione di una mora dell’8%, da sommare ai tassi di interesse della Bce, nei casi di saldo oltre il termine di 60 giorni
ilsole24ore.com – 24 gennaio 2012