Repubblica. «Per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, questi grandi risultati non li vedo», scandisce su RaiDue Marcello Gemmato, 49 anni, farmacista barese, sottosegretario alla Salute del governo Meloni. «Ma senza vaccini sarebbe andata peggio », prova a suggerire il giornalista Aldo Cazzullo. «Questo lo dice lei», insiste Gemmato, «non abbiamo l’onere della prova inversa. Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini». Nella trappola però è già caduto perché le parole del sottosegretario sono chiare e negano, o almeno dubitano, dei 150 mila morti evitati grazie ai vaccini (dati Iss), delle vite salvate, delle ospedalizzazioni mancate, dei contagi evitati.
Prima ancora che Gemmato provi a mettere una pezza («I vaccini sono armi preziose contro il Covid, le mie parole sono state decontestualizzate, sono stupefatto dalle strumentalizzazioni», dirà ore più tardi) si alzaun polverone: l’opposizione ne chiede le dimissioni, gli epidemiologi attaccano, persino nella maggioranza di governo si avverte fastidio.
Da Fratelli d’Italia partono tentativi di difesa d’ufficio e spuntano voci fuori dal coro come quella del leghista Claudio Borghi («Ma che è? L’inquisizione? », chiede il deputato), ma le affermazioni del sottosegretario restano isolate: a poche ore dallo scivolone il ministro Orazio Schillaci annuncia l’avvio della campagna vaccinale contro Covid e influenza; dal G20 di Bali la premier Giorgia Meloni sottolinea che «grazie al lavoro straordinario del personale sanitario, ai vaccini, alla prevenzione, alla responsabilizzazione dei cittadini, la vita è tornata progressivamente alla normalità», sebbene resti «una situazione di pericolo che abbiamo il dovere di affrontare in maniera strutturale senza cedere alla tentazione di sacrificare la libertà».
E proprio in questi giorni si farà un altro passo avanti con le nuove regole per l’isolamento dei positivi. La struttura di Schillaci sta «lavorando sulla quarantena per far sì che i pazienti asintomatici positivi possano rientrare prima in comunità, eventualmente eliminando anche il tampone finale» : potrebbero essere liberiin ogni caso dopo 5 giorni. Intanto però sul ministero infuria la bufera: «Un sottosegretario alla Salute che nega i vaccini non può rimanere in carica», tuona il segretario dem Enrico Letta. «Gemmato si deve dimettere. Un sottosegretario alla Salute che non prende le distanze dai No Vax è decisamente nel posto sbagliato», scrive Carlo Calenda. «Gravissima la presa di posizione del sottosegretario», sostiene il leader del M5s Giuseppe Conte. E nervosismo si respira pure tra gli alleati di governo: «Ci auguriamo che sull’efficacia della campagna vaccinale il governo parli con una voce sola, senza fughe in avanti, anzi, indietro », chiarisce da Forza Italia Licia Ronzulli.
Sugli scudi pure gli epidemiologi: «Gemmato sostiene due argomenti falsi divenuti un tormentone della propaganda No Vax — spiega Pierluigi Lopalco — È falso che in Italia si siano registrati livelli di mortalitàper Covid da record. Ed è falso che non esistano prove che i vaccini abbiano limitato i danni della pandemia ». Guido Rasi, ex presidente Ema: «Il livello di rischio per chi non era vaccinato è arrivato a essere fino a 16 volte più alto di quello degli immunizzati». Matteo Bassetti, dal SanMartino di Genova: «Negare il valore dei vaccini è un errore gravissimo ». Più mite, all’apparenza, Filippo Anelli, presidente della Federazione dell’Ordine dei medici, che consiglia di «utilizzare al meglio gli strumenti scientifici a disposizione ». Per proteggere dalle sbandate isottosegretari.