Si è svolto nel pomeriggio di ieri un incontro tra il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato e il SIVeMP rappresentato dal Segretario Nazionale Aldo Grasselli e il Vice Segretario Nazionale, Pierluigi Ugolini.
Durante l’incontro sono stati affrontati molti dei temi più rilevanti della sanità pubblica veterinaria.
Con riferimento alla formazione specialistica il SIVeMP ha rinnovato la richiesta di equiparare il personale medico veterinario e delle altre professioni sanitarie a quello medico chirurgo che beneficia di borse di studio per tutto l’arco del corso di specializzazione mentre i medici veterinari e le altre professionalità ne sono privi e devono sostenere di persona il costo della specializzazione.
Attivare borse di studio per i medici veterinari e per le altre professioni sanitarie offre l’opportunità di inserire nel SSN personale disponibile a progressivi carichi di lavoro e responsabilità che, attraverso un nuovo modello di rapporto di formazione/lavoro, consentirebbe a tutti i futuri professionisti della dirigenza medico veterinaria e sanitaria di acquisire competenze operative di indubbia qualità dando un sostanziale contributo alle attività istituzionali delle ASL e conseguentemente delle Regioni.
E’ stato poi ribadito che le attività dei Veterinari Pubblici delle ASL (Autorità competente) non possono essere alterate da interventi impropri, esterni e indipendenti dalla strategia complessiva del sistema di controlli del benessere animale e delle malattie infettive degli animali, regolamentati sia dalla UE sia dai ministeri competenti.
Sebbene altre figure possano contribuire a monitorare i territori, la medicina veterinaria ufficiale, campo della sanità pubblica professionalmente disciplinato, specialistico e soggetto a condizioni di indipendenza e terzietà assolute, è l’unica professionalità a poter misurare e definire condizioni di salute o malattia, di benessere degli animali in nome e per conto delle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali.
Infine il SIVeMP ha rinnovato la proposta, già più volte avanzata al Governo, di trovare risorse extra contrattuali per fidelizzare il personale del SSN finanziando l’Indennità di specificità medica e sanitaria in modo durevole al fine di riconoscere che la specificità delle professioni sanitarie è un valore fondante del SSN cui non si vuole rinunciare.