Strade per il rilancio. Ravagnan (Confindustria Padova): «Il territorio usi i fondi strutturali europei per sviluppare nuove attività imprenditoriali»
Mario Ravagnan, delegato Confindustria Padova per il credito e la finanza -. Da qui dobbiamo ripartire, liberare le potenzialità rimuovendo i lacci e mettendo in campo una politica industriale che incoraggi gli investimenti». I fondi europei possono giocare un ruolo importante: «Serve una forte iniezione di fiducia e di risorse – prosegue Ravagnan – a cominciare dalla semplificazione radicale delle procedure e dalla capacità di mettere a frutto con intelligenza i fondi strutturali dell’Europa. Il prossimo ciclo 2014-2020 rappresenta un’opportunità decisiva, da far convergere su poche, chiare priorità: lo sviluppo del nuovo manifatturiero, il turismo e la cultura come
Nel primo semestre 2013 il risultato di un basso numero di iscrizioni (3.068) e di un elevato livello di cessazioni (5.874) ha porta a un bilancio negativo per 2.806 imprese nel sistema industriale del Veneto. Non fa eccezione la provincia di Padova, con un saldo di 449 imprese in meno (640 le iscrizioni, 1.089 le cessazioni), dove ieri si è fatto il punto sulle strade da percorrere per rovesciare il trend negativo e rilanciare la capacità di creare nuova impresa, l’unica capace di portare a una ripresa e a nuova occupazione.
«La capacità di creare nuova impresa rappresenta il futuro di un Paese o di un territorio – dice fattori di valorizzazione della manifattura, la logistica e le infrastrutture. Le risorse europee vanno poi collegate a quelle attingibili sul territorio da soggetti come gli enti camerali per massimizzarne i risultati. Così avremo più chance di favorire la nascita e la sostenibilità di nuove imprese, lo sviluppo innovativo di comparti strategici, la localizzazione in Veneto di nuove attività». Nella giornata in cui a Mestre si faceva il conto degli esuberi Electrolux, il tema dell’attrattività si è legato a quello delle fughe di investitori da interrompere: «È il contesto che va reso attrattivo e competitivo – spiega l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan – C’è bisogno di responsabilità, di riforme coraggiose, e di idee innovative come il microcredito avviato in Veneto per progetti di autoimprenditorialità e microimprese». Con un occhio di riguardo alla formazione: «Basta parlare delle figure che non si trovano o di mestieri che nessuno vuole fare. Oltre la metà delle persone che hanno raddrizzato la Concordia è stata formata in questa regione, in una scuola specializzata: un messaggio anche simbolico».
In Veneto, è la tesi, la capacità di fare impresa è stata appannata dalla crisi, ma non spenta. E nelle giuste condizioni può ripartire. «Nei nostri percorsi per lavoratori inoccupati o in mobilità – aggiunge il presidente di Fòrema, l’ente di formazione degli industriali padovani, Marino Malvestio – abbiamo inserito specifiche proposte per l’autoimprenditorialità. Oltre il 60% di chi ha partecipato ha avviato una piccola attività in proprio superando le difficoltà iniziali, burocratiche e fiscali. Per questo abbiamo scelto di concludere il Mese della Formazione parlando di nuova impresa. Crediamo che il nostro territorio possa ripetere il “miracolo” del NordEst se sarà messo nelle condizioni di competere».