“Individuato un cinghiale morto e risultato infetto da peste suina africana nelle zone limitrofe a Reggio Calabria. I servizi sanitari locali denunciano la mortalità di altri cinghiali che sono ora oggetto d’ indagine”. A renderlo noto è un comunicato dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno con sede a Portici (Napoli). “Le analisi di laboratorio – afferma il direttore sanitario dell’Istituto Esterina De Carlo – sono state effettuate nella sede di Catanzaro. Il personale tecnico è già in stato di pronta disponibilità per affrontare l’emergenza. La Regione Calabria, i tecnici dell’Istituto e la struttura commissariale nazionale, sono già a lavoro per il contenimento della malattia”. “Si è già al lavoro – ha detto il direttore generale dell’Izsm, Antonio Limone – per contenere la malattia ed evitare che si diffonda”. Intanto salgono a 669 i casi di positività tra Piemonte Liguria
“In merito alla notizia diffusa a mezzo stampa che ha procurato allarme tra gli allevatori di suini e i produttori di salumi della provincia di Reggio Calabria, si precisa che a seguito di una segnalazione di positività di un caso di Peste Suina Africana rinvenuto in un cinghiale (suis scrofa) in agro del Comune di Cardeto (RC), la Regione Calabria – che con un Dca firmato dal presidente Occhiuto lo scorso 30 agosto 2022 si è dotata di un Piano Regionale di Interventi Urgenti per la prevenzione e la sorveglianza della peste suina – ha prontamente attivato la segnalazione all’Istituto Zooprofilattico, il quale ha provveduto a confermare il test eseguito in prima istanza e sta completando tutto l’iter diagnostico di conferma del caso.
I competenti uffici del Ministero della Salute e del commissario di governo per la peste suina africana sono stati informati per applicare le azioni conseguenziali previste dal manuale operativo per le emergenze da Pesti Suine nei selvatici. Su iniziativa della struttura regionale, d’intesa col commissario nazionale PSA, si è attivata immediatamente tutta la struttura tecnica composta dalla Direzione Generale del Dipartimento Tutela della Salute, dal Commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, dall’Autorità competente locale in materia di PSA (Servizi Veterinari ASP), dal Ministero della Salute e dall’Istituto Zooprofilattico per il Mezzogiorno (IZSM), per porre in essere la strategia complessiva per l’eliminazione della malattia dal territorio reggino.
Nella giornata di ieri, presso la sede dell’Asp di Reggio Calabria, si è tenuta una riunione tecnica presieduta dal Commissario nazionale PSA, il quale ha elogiato la tempestività e correttezza degli interventi adottati dalla Struttura regionale e fornito i primi elementi a carattere normativo ed organizzativo.
I lavori sono proseguiti con l’intervento del Responsabile del Centro di Referenza nazionale (CEREP) con l’ausilio del quale sono state predisposte tutte le direttive necessarie per produrre gli atti conseguenziali da porre in essere nei prossimi giorni. Il tutto si è svolto in un clima di cooperazione che porterà a fronteggiare la malattia con la dovuta efficacia”.
Lo afferma in una nota Iole Fantozzi, direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute e servizi socio-sanitari della Regione Calabria.
«Il cinghiale morto, ritrovato nella zona limitrofa della città di Reggio Calabria e risultato infetto da Psa (Peste suina africana), conferma purtroppo i timori che come Confagricoltura Calabria abbiamo più volte espresso nei tavoli regionali ed in particolare nella consulta faunistica regionale». Lo afferma il presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti il quale evidenzia che «ora bisogna intervenire con estrema urgenza per contenere il più possibile la diffusione della malattia agli altri territori della Calabria».
«Dopo essere riusciti, dopo tanti anni, nel 2019, a debellare la vescicolare suina – evidenzia Statti – e dare agli allevatori e trasformatori calabresi la possibilità di commercializzare la carne suina ed i prodotti derivati togliendo le limitazioni all’export verso molti paesi come Australia, Corea del Sud, Singapore, etc., oggi si concretizza il rischio di bloccare un comparto importante dell’economia agricola regionale».
«L’Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno che ha effettuato le analisi di laboratorio, la struttura del commissario nazionale e la Regione Calabria, servizio veterinario sono già al lavoro per attuare il programma di contenimento della malattia e noi Confagricoltura – continua Statti – diamo da subito la massima disponibilità a supportare il lavoro sul territorio mettendo a disposizione i nostri tecnici come, ne siamo sicuri, farà anche l’Associazione regionale Allevatori Calabria e il presidente Michele Colucci attraverso le proprie diramazioni territoriali. Nel contempo chiediamo alla Regione – Dipartimento Sanità e Agricoltura – di attivare immediatamente un tavolo di lavoro con tutte le Organizzazioni Professionali Agricole e la struttura allevatoriale regionale per definire un piano di intervento utile a contenere la diffusione della peste suina africana».
«Oltre questa prima richiesta – afferma ancora Statti – bisogna attivarsi tutti insieme per predisporre un piano regionale di contenimento concreto, tenendo ben presente che è fondamentale iniziare finalmente a fare i conti con la realtà sui numeri dei cinghiali che sono una vera e propria emergenza non solo per il settore agricolo. In questi ultimi anni gli interventi messi in atto dalla Regione per il contenimento degli ungulati hanno dato una risposta non risolutiva al problema che oggi viene prepotentemente in risalto con la questione sanitaria ed il rischio concreto del diffondersi della peste suina africana».
«Riteniamo – conclude il presidente degli imprenditori agricoli calabresi – che il tempo delle parole sul contenimento dei cinghiali sia finito e che bisogna passare ai fatti per dare future certezze agli agricoltori ed in particolare al sistema zootecnico nel suo complesso».
Intanto nel NorOvest è salito a 669 il numero dei casi positivi: sono 404 in Piemonte, 265 in Liguria
I positivi sono ora 669, uno in più rispetto all’aggiornamento precedente, per un caso segnalato in Liguria dove il totale cresce a 265; mentre rimangono stabili a 404 quelli piemontesi.
Il nuovo caso ligure è stato registrato in provincia di Savona a Cairo Montenotte (secondo da inizio emergenza).