Gino Strada è morto venerdì 13 agosto. Il fondatore di Emergency aveva 73 anni e soffriva di problemi di cuore. Con l’Ong nata 25 anni fa, il chirurgo ha costruito ospedali e posti di primo soccorso in 18 Paesi. In una delle sue ultime apparizioni tv, nel gennaio scorso a Piazzapulita su La7, Strada fu molto critico rispetto al tema Covid e sanità pubblica: «Vorrei che si chiedesse ai cittadini, pensate che nella sanità ci debba essere profitto oppure no? Pensate che il profitto nella sanità sia lecito e morale? Questa domanda non viene fatta perché la risposta non sarebbe gradita alla politica». Il Video
In questi giorni molto è stato scritto e molto è stato detto sull’impegno e le iniziative di Strada nel mondo e nel nostro Paese. A noi piace ricordare, della sua immensa e meritoria opera, una semplice frase ripresa in un’intervista al Corriere, all’epoca in cui si parlò di lui come possibile ministro della Salute. Strada aveva il dono di affrontare i grandi temi con il linguaggio della semplicità. Che usa anche in questa occasione. Ma le sue sono parole importanti, e lo sono ancora di più per chi opera in sanità pubblica. Dovrebbero costituire uno spunto di riflessione per molti.
“Se dovessi fare il ministro reintrodurrei la dicitura Ministero della Sanità Pubblica. Con me non ci sarebbero convenzioni con i privati. Non un euro. Io sono per una sanità pubblica, di alta qualità e totalmente gratuita. Per ri-costruirla non servirebbero nemmeno altri investimenti. Bisognerebbe smettere di rubare. Almeno trenta miliardi l’anno finiscono in profitto. Quando una struttura sanitaria che dovrebbe essere ospitale con chi soffre diventa un’azienda in cui si gioca con i rimborsi e il pagamento a prestazione, si mette in atto un crimine sociale”