Una dama nera a Palazzo. Nessun mistero sulla sua identità, visto che il luogo e l’ora prescelti (il Balbi fra le 10.30 e le 11.30 di ieri mattina, affollato di giornalisti come ad ogni punto stampa post-giunta che si rispetti) erano tutt’altro che funzionali ad un appuntamento segreto. Ma la notizia è che il fatale incontro fra Alessandra Moretti, per l’appunto in total black , e Luca Zaia, per la cronaca in completo blu, c’è stato: prove tecniche di dialogo fra la candidata dem e il governatore leghista?
Pare proprio di sì, a giudicare dai resoconti dei diretti interessati. Sembra che a domandare il faccia a faccia sia stata la capogruppo del Partito Democratico. Richiesta prontamente accolta dall’alfiere del Carroccio. E già qui ci sarebbe di che stupirsi, ricordando certi veleni in campagna elettorale. Ma sono proprio loro due a sorprendersi di chi si meraviglia. Spiega lei: «Ho voluto dare seguito all’impegno alla collaborazione, in nome delle superiori esigenze del Veneto, che avevo espresso nella prima seduta del consiglio regionale». Fa sapere lui: «Mi pare normale che fra maggioranza e opposizione ci si parli, soprattutto quando si devono mettere a fuoco temi cruciali, come ad esempio l’imminente bilancio».
In realtà lo strumento contabile è stato solo uno degli argomenti affrontati nell’ora scarsa di colloquio. I due hanno parlato di infrastrutture, con Moretti che si è offerta come ponte fra la Regione e il ministro Graziano Delrio, per accelerare su Pedemontana Veneta e Valdastico Nord. Poi la sanità, con la richiesta a Zaia di coinvolgere adeguatamente le conferenze dei sindaci nella scelta dei direttori del sociale da parte dei dg-commissari delle Usl. Infine inevitabilmente le nomine di Veneto Sviluppo: la leader del Pd ha annunciato che i candidati che spettano all’opposizione saranno valutati rigorosamente per curriculum («e comunque 30 mila euro all’anno per un presidente sono troppo pochi, per sperare di assicurarsi il migliore sulla piazza»), mentre l’alfiere del Carroccio ha confermato che l’assemblea dei soci chiamata a designare il Cda sarà quella convocata per il 20 gennaio («e per allora avremo i nomi»).
Zaia ha iniziato l’altra sera il giro di incontri per la scelta da portare in consiglio regionale. Scelta delicata soprattutto nel caso del presidente, che dovrà sostituire l’uscente Giorgio Grosso, capace di imprimere insieme ai suoi dirigenti una svolta di rilievo in senso tecnico alla finanziaria regionale, ad esempio con la partita delle garanzie al credito e delle partecipazioni nel capitale delle imprese, allontanandosi anni luce dalle precedenti gestioni di stampo politico. Tra i molti politici nel lotto di oltre cento candidati a disposizione, le figure tecniche non mancano. Ad iniziare dal commercialista vicentino Ilario Novella, presidente della Federazione veneta delle Bcc, per continuare con Massimo Tussardi, ex direttore di Cassa di risparmio del Veneto, fino al vicepresidente uscente Claudio Rigo, che ha presentato la candidatura anche tra i rappresentanti di nomina politica. Candidatura quotata pure quella di Patrizia Geria, direttrice di Neafidi (Confindustria), con il valore doppio delle quote rosa. Il pallino sta in mano a Zaia, che potrebbe anche riservarsi, come dicono altri, una scelta tutta sua.
Il Corriere del Veneto – 13 gennaio 2016