Commissione pressata. Alcuni europarlamentari si scagliano contro un claim considerato nella migliore delle ipotesi “inutile”. Ma probabilmente anche lesivo della corretta concorrenza tra imprese alimentari. Il veto dovrà essere ratificato in plenaria
Quando poco e quando troppo. Negli anni erano state mosse tante critiche ad Efsa per la scarsa propensione ad approvare claim salutistici. Si dice che circa il 90% delle affermazioni sulla salute venga rigettato ogni anno per mancanza di evidenze scientifiche. Solo poche diciture “fortunate” entrano quindi nella lista annuale dei claim accettati, ma sembra che adesso a creare scandalo sia stata proprio una approvazione “troppo facile”.
Il claim incriminato è “i carboidrati contribuiscono al normale mantenimento delle funzioni cerebrali.” approvato con parere positivo nel 2011 da Efsa. Gli stati membri avevano autorizzato il claim a giugno dopo una lunga discussione sulla dicitura e su quali prodotti potesse essere utilizzato. Per raggiungere la maggioranza, la Commissione aveva proposto che il claim fosse apposto solamente su alimenti che contenevano prevalentemente carboidrati complessi, che sono sia a ridotto contenuto di zuccheri, e che non hanno zuccheri aggiunti. A norma del reg. 1924, un alimento può essere considerato a ridotto tenore di zucchero qualora contenga non più di 5 g di zuccheri per 100 g per i solidi o 2,5 g di zuccheri per 100 ml per i liquidi.
Tra le restrizioni per l’uso del claim:
– L’etichetta deve recare messaggio che un consumo giornaliero di carboidrati pari a 130 grammi è necessario per ottenere l’effetto benefico indicato;
– Può essere usato su alimenti con almeno 20 grammi di carboidrati;
– Non può essere usato su alimenti che non siano (a) a basso contenuto di zuccheri; (b) senza zuccheri aggiunti;
– Non può essere usato su alimenti costituiti al 100% da zuccheri.
Profili nutrizionali: per tutti o per nessuno
L’europarlamentare tedesca Renate Sommer nel dibattito si era opposta alla introduzione dei profili nutrizionali per i soli carboidrati. Ad oggi infatti i profili nutrizionali, sebbene previsti all’articolo 4 del regolamento1924/2006 per consentire o meno l’utilizzo di messaggi di marketing sulla salute, non sono stati approvati dalla Commissione. E ognuno è libero di usare tutti i claim che vuole, senza restrizioni particolari. Una giungla insomma: ma con un (unico?) aspetto positivo: la pari libertà di uso dei claim “per tutti”. In forte opposizione la socialista Glenis Wilmott che ha invece rimarcato l’importanza non di evitare (come Sommer), bensì di definire i profili nutrizionali, ed in modo da non veder spuntare claim salutistici su alimenti non bilanciati. Tra i due litiganti si è proposto il veto e ci si è appellati alla legge che garantisce al Parlamento e al Consiglio 3 mesi di tempo per uno scrutinio.
Le votazioni si sono svolte il 25 settembre. Il veto è stato approvato per un voto soltanto, ma dovrà essere ratificato in maggioranza dal Parlamento Europeo in plenaria. Ad appoggiare il veto sono stati sia coloro che non condividevano il claim in sè; sia coloro che non appoggiavano le restrizioni dei “profili nutrizionali” (come ad esempio i pre-requisiti circa il contenuto di zuccheri).
Ma quale l’effetto pratico del veto? A ben vedere, solo le condizioni restrittive di applicazione della Commissione sono state disapprovate: ma se il veto venisse accolto, il claim potrebbe paradossalmente continuare a rimanere indisturbato sul mercato, sotto la responsabilità dei produttori.
Mentre ciò che propone la Commissione è quantomeno di limitarne l’uso a prodotti idonei (non certo a dolci e snacks, per capirci).
Le opinioni
Alcuni membri del Parlamento, soprattutto dell’area liberale, si sono scagliati contro l’approvazione del claim. I commenti sono stati gelidi. “Ridicolo” come affermato dal liberale britannico Chris Davis il liberale e dal membro svedese che ha sottolineato ironicamente “anche respirare contribuisce alle normali funzioni cerebrali”. Dalle fila belghe invece “Il Parlamento Europeo non dovrebbe permettere all’industria di promuovere il consumo eccessivo di zuccheri che predispone all’obesità e cancro”.
Ma la polemica non si ferma. Perché il parlamento non crede possibile che non si è in grado di rigettare un claim. L’appello è di trovare un modo per porre rimedio a questa situazione anche in occasioni future. Il claim può trarre in inganno il consumatore e viola i principi per le politiche corrette sulla salute.
Claim salutistico o educazione alimentare?
Il parere positivo di Efsa deve lasciare sorpresi in parte. Che i carboidrati mantengano le funzioni cerebrali è vero. E’ stato dimostrato anche da una ricerca della Tufts University del 2009: escludere completamente gli alimenti ricchi in carboidrati come pane e pasta ha un impatto negativo ad esempio sulla memoria. Ciò che sembra ridicolo, non è quindi l’affermazione, ma il fatto che l’affermazione sia una dicitura salutistica.
In ogni caso, e vista nel complesso, la vicenda rischia di “creare un precedente” e di aprire le porte a claim sulla salute banali, che arricchiscono le confezioni di affermazioni inutili, e non aiutano il consumatore.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 9 ottobre 2013