Secondo quanto denunciato dal servizio veterinario della Piana di Lucca dell’Asl Toscana nord ovest, sempre più frequentemente si verifica la sparizione dei cinghiali morti, anche a seguito di incidente stradale, già imballati per il trasporto verso il centro di smaltimento ed identificati con cartello di «sequestro».
L’Asl spiega che «questa pratica è estremamente pericolosa per vari motivi» a causa della peste suina africana e ricorda che tra le misure di controllo contro la diffusione della malattia «c’è la verifica di tutti i cinghiali deceduti, anche quelli a seguito di incidenti, con un campionamento della carcassa dell’animale e la distruzione della stessa».
Tra i motivi della pericolosità di tale pratica, spiega una nota, c’è «l’impossibilità di monitorare tempestivamente la presenza della peste suina africana sul territorio e conseguentemente di attuare tutte le misure necessarie per il controllo della malattia- Inoltre, per il mancato controllo sulla trichinosi, malattia parassitaria pericolosa per l’uomo che può presentarsi a seguito di ingestione delle carni di cinghiale infestate dal parassita (si ricorda il caso di pochi anni fa in Garfagnana, che ha portato al ricovero in ospedale di una quarantina di persone). Si sottolinea, infine, che gli animali morti non sono idonei al consumo umano perché non sono note le cause del decesso, le condizioni sanitarie degli animali e il tempo intercorso dalla morte»