Michele Bocci, Repubblica. Le regole per le visite dei parenti agli ospiti delle Rsa ci sono e «se le famiglie contestassero la legittimità delle chiusure avrebbero ragione». A sostenerlo è Sandra Zampa, già sottosegretario alla Salute e oggi consulente del ministro Roberto Speranza anche sui temi legati all’assistenza agli anziani.
Dopo l’inchiesta di Repubblica sulle Rsa come ultimo baluardo delle chiusure, dove le visite sono concesse solo in pochissime realtà, si sono mosse le Regioni. Ieri l’assessora al Welfare e vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti, ha proposto alla Conferenza delle Regioni di permettere gli incontri tra familiari, ospiti e visitatori, che hanno la certificazione verde, cioè sono vaccinati, hanno avuto la malattia o fatto il tampone 48 ore prima.
«L’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani dovrebbe essere consentito se sia ai parenti che all’ospite è stata rilasciata una delle certificazioni verdi», ha detto Moratti, che ha anche chiesto l’aggiornamento delle norme che avevano bloccato le visite. Anche l’assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, chiede che le visite riprendano ma si rivolge ai gestori delle strutture, con i quali farà un tavolo nei prossimi giorni. In Toscana la responsabile del Welfare, Serena Spinelli, prepara «una proposta di procedura da inviare a ministro della Salute e Istituto superiore di sanità per la revisione delle disposizioni nazionali che ancora bloccano le visite».
Zampa risponde a tutti in modo netto: non c’è bisogno di fare nuove norme. «Alle Regioni abbiamo detto con due circolari, una del 30 novembre e l’altra del 4 dicembre, di aprire e abbiamo spiegato come deve essere fatto. Nessuno adesso può dire che certe strutture non stiano permettendo le visite per causa nostra ». Nei dpcm si è sostenuto che l’accesso di parenti e visitatori “è limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”. Proprio questa attribuzione di responsabilità non piace a molti gestori. «Nella circolare del 4 dicembre — spiega ancora Zampa — si dice tra l’altro che “le direzioni sanitarie devono predisporre un piano dettagliato per assicurare possibilità di visita in presenza e contatti a distanza”. E infatti ci sono zone del Paese dove le visite si fanno. Le Regioni devono assumersi le responsabilità. Hanno recepito e mai contestato la circolare, facciano in modo che le strutture adottino i piani richiesti dalla circolare». Secondo Zampa «se le famiglie contestassero la legittimità delle chiusure avrebbero ragione. La circolare è stata interpretata liberamente dalle strutture. E invece l’esercizio del loro ruolo prevede l’assunzione di responsabilità. Tanto più che adesso gli ospiti sono quasi tutti vaccinati, così come il lavoratori. Anche i visitatori potrebbero essere vaccinati o fare un tampone».
Protesta Sebastiano Capurso, il presidente di Anaste, una associazione di gestori di Rsa. «Per noi la circolare non dice apertamente che sia possibile il contatto fisico tra visitatore e visitato. E del resto tutte le strutture italiane si sono comportate allo stesso modo, e hanno usato plexiglass e vetri. Non intendiamo interpretare l’atto in modo estensivo, ci dicano chiaramente cosa dobbiamo fare. Noi comunque restiamo pronti a cercare una soluzione». Ma per il ministero è già tutto nero su bianco.