È il gatto il miglior amico dell’uomo. Ad assestare un duro colpo allo stereotipo che da sempre presenta il felino come un animale al femminile è un’indagine che arriva dal Regno Unito. Il numero dei gatti oltre Manica nell’ultimo anno è aumentato di 500 mila unità, portando il totale dei «domestici» a quota 8 milioni. Aumento, come ha precisato l’associazione dei Pet Food Manufacturers che ha svolto un sondaggio su un campione di 8mila famiglie, che è stato chiaramente guidato dalla popolazione maschile del Paese.
Non si scarta, certo, l’ipotesi che la moda possa avere influenzato questa nuova tendenza. È indiscutibile il ruolo che possono avere giocato personalità come l’attore e conduttore radiofonico e televisivo Russel Brand con il suo gatto Morrissey o il cantautore Ed Sheeran Graham che, dopo aver salvato un piccolo randagio, gli ha creato un account su Twitter (Graham the Kitten), che ha fatto letteralmente impazzire il popolo dei social.
I dati italiani non si discostano di molto. La popolazione di felini domestici è stimata in 7 milioni e mezzo di esemplari. A certificare il superamento dei gatti sui cani come animali da compagnia (6 milioni e 900 mila) — non essendoci per il gatto l’obbligo di microchip e registrazione all’Anagrafe veterinaria — è Assalco (l’associazione imprese per alimentazione e cura animali da compagnia). «È un aumento al quale assistiamo da qualche tempo. E va di pari passo con la variazione dell’assetto familiare — dice Carla Bernasconi, vicepresidente dell’Ordine nazionale dei veterinari —. La maggioranza dei pet nelle città sono felini. Facilmente il single sceglie il gatto, anche perché è apparentemente più facile da gestire».
Nel report inglese, che accende i riflettori sulla preferenza per i gatti da parte dell’universo maschile, emerge con chiarezza la percezione da parte degli intervistati di avere a che fare con animali empatici, capaci di scegliere con chi stare e di dimostrare affetto. «Il gatto è un animale speciale — spiega la veterinaria Cristina Crosta —, dico sempre che è come una bella donna da conquistare, ogni giorno. Magari gli presenti le pietanze più ricercate e lui ti snobba… Se sbagli, non ti perdona, devi ricominciare daccapo. È un amore che va conquistato un po’ per volta, una convivenza che si basa sul reciproco rispetto».
Il gatto continua a essere percepito come «indipendente» e ad affascinare con la sua aurea di mistero e la selvaticità. Ma molti studi, oltre a certificarne il potere antistress, hanno già iniziato a mettere in discussione l’assunto che il cane sarebbe più intelligente del gatto. Saho Takagi, psicologo dell’Università di Kyoto, per esempio, ha dimostrato che i mici sono bravi quanto i cani in alcuni test di memoria, «correlata alla funzione introspettiva della mente». E sono destinati a crollare luoghi comuni come quelli che «lo vogliono egoista, affezionato alla casa ma non alla persona», aggiunge la comportamentalista Laura Borromeo che avverte: «È errata, eppure ancora radicata, l’idea che i gatti siano più “facili” da gestire. Vanno intrattenuti e fatti giocare almeno quattro volte al giorno. Dobbiamo dedicare loro tempo, sono esseri viventi e senzienti. Tenere un gatto è un impegno».
Paola D’Amico – Il Corriere della Sera – 4 aprile 2017