Mentre il Bel Paese sta aumentando le importazioni di miele estero, e l’Europa si trova a fronteggiare il problema della moria delle api, riconoscimenti importanti per il miele italiano. L’Italia presenta la più varia produzione di miele in tutta Europa, con ben 32 varietà floreali e diverse multifloreali. La produzione del Sud Italia copre (anno 2009) il 22,8% di quella totale: fondamentale quindi sincerarsi delle garanzie in tema di sicurezza alimentare. Il miele può a pieno titolo essere considerato una cartina al tornasole della contaminazione ambientale: i metalli pesanti che contiene, rivelano infatti se il miele arriva da una zona più o meno pulita. Ora una ricerca pubblicata sul Bulletin of Environmenta Contamination Toxicology ha analizzato il miele di provenienza di 9 aree del Sud Italia, valutando la presenza di metalli come il piombo, l’arsenico, il cadmio e il mercurio, ma anche il cromo.
In particolare lo studio si è interessato di un’area a forte industrializzazione, in ragione della presenza delle acciaierie dell’Ilva: il Tarantino. I metalli pesanti non hanno dei limiti massimi veri e propri stabiliti per il miele: di conseguenza è assolutamente rilevante- anche per esigenze di salute pubblica- monitorarne costantemente i valori.
I risultati? sicuramente incoraggianti, se è vero che tutti i metalli sono presenti in quantità significativamente più basse rispetto ai livelli massimi raccomandati per cibi confrontabili (e per i quali i limiti massimi sono stabiliti dalla legge): addirittura il livello di arsenico è al di sotto dei limiti strumentali di rilevazione.
Il Tarantino non presenta livelli preoccupanti di metalli pesanti nel miele, che sono nella norma delle altre zone.
Per ognuna delle 9 aree, divise da differenti condizioni produttive, pedoclimatiche e geografiche, sono stati raccolti 10 campioni. Le aree indagate (Tarantino, Penisola Sorrentina, Camastra-Dolomiti Lucane, Leccese, Basso Pollino, Collina Materana, Potentino, Vulture Melfese e Cilento) presentano diversi livelli di attività antropica.
In particolare, ognuna è stata classificata in base alla presenza di industrie con elevato impatto ambientale (Tarantino, Potentino e Vulture Melfese sono le zone critiche), o alla presenza di attività agricole considerate intensive.
L’arsenico è stato rinvenuto a livelli inferiori a quelli di rilevazione strumentale; il piombo a livelli inferiori a quelli del miele polacco, egiziano e saudita. Il cadmio a livelli inferiori al miele turco, macedone e francese, ma superiore a quello greco e spagnolo. Se è vero che i risultati sono positivi, la maggiore presenza di metalli pesanti sembra però in diversi casi correlata alla presenza di siti di industria pesante (Potentino). Inoltre, la presenza di metalli pesanti è correlata (ovvero, le zone che presentano livelli più alti degli uni, presentano anche livelli più alti degli altri).
Traffico… stradale…
Più che non la presenza di siti industriali, sembra però che la presenza di piombo sia dovuta al traffico stradale. E’ così che si scopre che nella Penisola Sorrentina si hanno i livelli relativamente più elevati di piombo (sebbene ancora al di sotto delle soglie di preoccupazione tossicologica), così come nel Potentino (che ha 71 macchine ogni 100 abitanti) . E’ quindi importante agire sulla diminuzione del traffico stradale come leva fondamentale per ripristinare un corretto ambiente.
Valore nutrizionale
In uno studio precedente, la stessa equipe di ricerca dell’Università della Basilicata (coordinata dalla Dr.ssa Annamaria Perna), ha investigato il contenuto di alcuni importanti nutrienti del miele, come vitamina C, fenoli, e flavonoidi (13 in tutto), insieme alla più generale attività antiossidante che svolgono. Se i valori fenolici più elevati si trovano nel miele di castagno seguito da millefiori, eucalipto e di agrumi, i valori di flavonoidi più alti si riscontrano nel miele millefiori, così come pure la presenza più alta di vitamina C.
Tutti i campioni analizzati poi hanno mostrato una attività antiossidante: in particolare il miele di castagno ed eucalipto, sono quelli ad avere dimostrato una più spiccata azione in tal senso.
La regola? Privilegiare miele “scuro”, che appunto sembra svolgere una maggiore azione protettiva sulle membrane cellulari in ragione della maggiore presenza di antiossidanti.
Perna A, Intaglietta I, SImonetti A, Gambacorta E (2013) Metals in honeys from different areas of Southern Italy. Bullettin of Environmental Contamination Toxicology 13- 1177-2
Perna A, Intaglietta I, SImonetti A, Gambacorta E (2012) A comparative study on phenolic profile, vitamin C content and antioxidant activity of Italian honeys of different botanical origin. International Journal of Food Sciences and Technology 48, 1899-1908.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 27 febbraio 2014