Tra le immediate ricadute «pratiche» della riforma sanitaria che dal primo gennaio ha ridotto le Usl da 21 a 9 (1 Dolomiti, 2 Marca Trevigiana, 3 Serenissima, 4 Veneto Orientale, 5 Polesana, 6 Euganea, 7 Pedemontana, 8 Berica e 9 Scaligera) mantenendo le due Aziende ospedaliere di Padova e Verona e l’Istituto oncologico veneto (Iov), c’è l’idea di superare il Cup (Centro unico di prenotazione).
A Belluno — e a breve a Padova, Verona e Venezia — la Regione sta sperimentando il progetto «oltre il Cup», che entro il 2017 dovrebbe consentire a tutti i veneti di non trascorrere più un tempo interminabile al telefono o allo sportello per fissare una visita specialistica o un esame diagnostico ma di uscire dallo studio del medico di famiglia già con la prestazione prenotata. «E senza ricetta cartacea — spiega il direttore generale dell’Usl Euganea, Domenico Scibetta — bensì con un foglio di accettazione in cui saranno indicati luogo, data e ora dell’appuntamento».
Il sistema riguarda la prima visita, a cui sono legate le attese maggiori, mentre i controlli verranno in seguito decisi dallo specialista a seconda del decorso della patologia e della risposta terapeutica. Il progetto, che prevede la collaborazione dei medici di famiglia, è gestito da Arsenàl.IT, il Consorzio delle aziende sanitarie venete per la ricerca e l’innovazione nella sanità digitale. E funziona così: il camice bianco compila l’impegnativa elettronica per una prestazione specialistica indicando il codice di priorità (U entro 24 ore; B entro 10 giorni; D entro 30 giorni; P entro 90 giorni) e la invia al ministero delle Finanze (Mef), per l’approvazione. Se, in tempo reale, arriva il via libera del Mef, sul computer del medico appare una finestra con tre opzioni possibili per l’esame richiesto: il professionista con un «clic» seleziona la più appropriata, in base al quadro clinico e alle esigenze del paziente, e comunica la prenotazione al terminale dell’ambulatorio prescelto. Dopodiché consegna all’utente il foglio di accettazione, comprensivo di luogo, giorno e orario dell’accertamento e di codice a barre per pagare il ticket. «L’operazione dura un minuto e mezzo — assicurano da Arsenàl — e ha un duplice vantaggio: risparmia al cittadino l’attesa al Cup e consente al medico di accettare la proposta più rispondente alle necessità terapeutiche del malato». «E’ il completamento di un percorso diagnostico — concorda Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg (medici di famiglia) — sono io, camice bianco, che decido quando e dove il paziente debba ricevere una determinata prestazione specialistica e non un amministrativo del Cup. Che magari, per motivi organizzativi, non rispetta la priorità da me indicata sulla ricetta. A Belluno la sperimentazione sta andando molto bene, sono soddisfatti sia i cittadini che i dottori, ma per estenderla all’intera regione è necessario adottare un sistema operativo unico per le 9 Usl, che consenta a ogni medico di ottenere la schermata completa di tutte le chance disponibili in Veneto per una prima visita».
Il progetto «Oltre il Cup» lo scorso novembre si è aggiudicato il «Premio Innovazione S@lute2016», assegnato a Regione, Arsenàl.IT e Usl 1 Belluno in occasione del Forum dell’Innovazione per la Salute di Milano. E’ la novità più «vicina» alla gente, oltre all’attivazione di 80 ambulatori h12 su 400 previsti entro il 2019, all’abbattimento delle liste d’attesa, al mantenimento di servizi e ospedali attuali e ad alcune significative operazioni strutturali. A Camposampiero sta partendo il Centro traumatologico ortopedico regionale, all’ospedale di Castelfranco è stato avviato un secondo Iov, che sarà a regime entro il 2018 su due piani dotati di 85 letti, «restituiti» al territorio con la contestuale attivazione di un ospedale di comunità. A Rovigo c’è già il progetto per la ristrutturazione dell’ospedale (costo indicativo 30 milioni di euro), mentre l’Usl Veneto Orientale, che dal 2018 ingloberà pure Cavallino Treporti oltre a Bibione, Caorle ed Eraclea, diventerà l’azienda sanitaria a vocazione turistica più grande d’Europa. «Avremo 23 milioni di presenze — conferma il dg Carlo Bramezza — e implementeremo l’organico a 2700 dipendenti per cinque mesi l’anno. In più garantiremo nuovi servizi, come il moto soccorso, interpreti e operatori in grado di usare la lingua dei segni».
Sul fronte amministrativo da ieri sono decaduti i Dipartimenti di settore, perché per ogni area (per esempio Informatica, Personale, Beni e servizi) ci sarà un coordinatore. Poiché molte funzioni (assicurazioni, buste paga, contenziosi, acquisti, magazzino, logistica, formazione) passeranno all’Azienda Zero, gli amministrativi «in eccedenza» nelle Usl sono stati selezionati per lavorare per quest’ultima in comando. Sul versante telematico si sta completando il fascicolo elettronico, che per ogni paziente sostituirà la cartella clinica cartacea, mentre i siti delle Usl saranno reimpostati sulla base di un format unico indicato da Arsenàl.IT.
Michela Nicolussi Moro – IL Corriere del Veneto – 3 gennaio 2017