Gli allevatori della montagna veronese, che hanno perso numerosi capi di bestiame nell’ultimo anno, non hanno nessuna simpatia per la storia del lupo Slavc. Eppure, si tratta di una storia straordinaria: un viaggio di 2mila km attraverso tre Paesi – Slovenia, Austria e infine Italia – attraversando strade, autostrade e ponti e guadando fiumi a nuoto – conclusasi con l’arrivo in Lessinia dove Slavc ha incontrato una lupa – subito ribattezzata Giulietta, e ha messo su famiglia.
Del tragitto percorso dal lupo sloveno sappiamo tutto grazie ad un collare con Gps che ha monitorato, passo passo, i suoi spostamenti. Si tratta di un progetto dell’Università di Lubiana, che ora conquista la ribalta internazionale grazie ad un articolo su The New Scientist , una delle più importanti riviste scientifiche internazionali.
La storia di Slavc viene raccontata all’interno di un più ampio contesto che analizza il fenomeno del ritorno dei grandi predatori in Europa. «Slavc – si legge su The New Scientist – era uno dei 4mila lupi che si stima vivano nella penisola balcanica nel sud-est dell’Europa, un continente che non ha la reputazione di avere grandi, feroci predatori. Venti anni fa era più o meno vero, oggi non più. L’Europa – il più urbanizzato, industrializzato e coltivato continente del mondo – è oggi dimora di circa 12mila lupi, 17mila orsi, 9mila linci euroasiatiche».
È un fenomeno, questo, che entra in naturale conflitto con la presenza dell’uomo. In giugno, l’Unione Europea ha attivato una nuova piattaforma per la «coesistenza tra l’uomo e i grandi carnivori», una coesistenza che si va facendo sempre più difficile. Non solo, ovviamente, in Lessinia. In Finlandia, alcuni allevatori esasperati hanno organizzato una battuta di caccia (illegale) al lupo, prima di essere fermati. Uno di loro si è poi suicidato, incolpando per la sua morte il movimento ambientalista e l’Unione Europea. Eppure, The New Scientist sottolinea una sostanziale differenza tra orsi e linci, la cui caccia è strettamente proibita in tutta Europa, e i lupi, che sono sì protetti ma all’interno di piani di abbattimento controllati che ne mantengono la popolazione stabile.
Certo è che per la montagna veronese, ad alta presenza di pascoli e allevamenti, imparare a convivere con i lupi (e, recentemente, anche con gli orsi) non sarà semplice. In una intervista al giornale britannico The Guardian Hubert Potonik, il biologo sloveno che ha seguito da vicino le gesta del lupo Slavc, racconta che solo una volta arrivato nel Veronese sono iniziati i problemi. Dall’inizio del suo viaggio, partito nel luglio 2011 dalle foreste slovene, Slavc si era nutrito solo di volpi. «È arrivato in Valpolicella nel marzo 2012 – ha raccontato il biologo – Questa è stata la prima volta che questo lupo ha ucciso un animale domestico sulla sua strada. Mi pare fossero due pecore e una capra. È rimasto lì 12 giorni, poi si è spostato a nord entrando nel Parco naturale della Lessinia».
È stato qui, probabilmente, che Slavc ha incontrato la femmina. «Slavc e Giulietta hanno avuto almeno due cuccioli lo scorso anno perché sono stati immortalati dalle fototrappole – spiega ancora il biologo – Pensiamo che quest’anno ne abbiamo avuto degli altri». Nel frattempo, le batterie del Gps si sono esaurite. Ma il lupo ha continuato a lasciare tracce evidenti del suo passaggio: le carcasse degli animali uccisi per sfamarsi.
Alessio Corazza – Corriere di Verona – 16 agosto 2014