A Bologna, in conclusione delle giornate europee contro gli sprechi alimentari, la presentazione di un dossier sul cibo che dai campi alle tavole ogni anno viene buttato via: se ne perde una quantità che potrebbe soddisfare i fabbisogni alimentari di circa 44,5 milioni di abitanti, più o meno la popolazione della Spagna
Dai campi alla tavola quanto cibo finisce nel pattume? Con quello che gli italiani scartano ogni anno si potrebbero sfamare 44,5 milioni di persone, più o meno l’intera popolazione della Spagna. In fumo circa il 3% del Pil italiano. Il dato è contenuto nel “Libro nero dello spreco alimentare in Italia”, presentato questa mattina a Bologna in occasione della conclusione delle giornate europee contro gli sprechi, promosse per iniziativa di Last Minute Market, spinn off della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna per il recupero di cibo invenduto. Alla presentazione è seguita la premiazione delle iniziative antispreco, delle aziende e delle persone più attente al recupero. Riconoscimenti a don Luigi Ciotti, alla campagna “Porta la sporta” e all’azienda di Lecce “Made in carcere”. Infine un pranzo per cinquecento persone, servito in piazza Maggiore e cucinato con quello che, in caso contrario, sarebbe stato buttato.
Il libro nero. Il dossier sugli sprechi, a cura di Luca Falasconi e Andrea Segrè per Last Minute Market, è il frutto di uno screening lungo tutta la catena agroalimentare: il 3% del prodotto interno lordo finisce nella spazzatura. E pensare che la speranza di innovazione del Paese vale complessivamente l’1% del Pil. In agricoltura il valore complessivo dello spreco alimentare annuale ammonta a 3.761.821.536 euro e più del 3,3% della produzione agricola italiana resta in giacenza sul campo. Il valore dello spreco alimentare che deriva dalla produzione industriale ammonta a ben 1.841.827.000 euro. La sola carne sprecata in Italia ogni anno ammonta ad un totale del 9% dello spreco totale (244.252 tonnellate): gestirla come rifiuto vuol dire sprecare circa 105 milioni di metri cubi di acqua, liberare circa 9,5 milione di tonnellate di anidride carbonica e depauperare le risorse di ben 7.920 ettari di terreno. Sul piano degli sprechi della distribuzione alimentare, si buttano 928.157.600 euro, una cifra che potrebbe sfamare 636.060 persone e far ricavare 580.402.025 pasti in un anno. In Italia, complessivamente, prima che il cibo arrivi nei nostri piatti, se ne perde una quantità che potrebbe soddisfare i fabbisogni alimentari di circa 44,5 milioni di abitanti, più o meno la popolazione della Spagna.
Anno europeo contro lo spreco. I lavori di Bologna hanno raccolto la sfida lanciata giovedì al Parlamento Europeo, a Bruxelles: “Se il 2010 è stato l’anno europeo della povertà, il 2011 deve essere l’anno europeo contro lo spreco alimentare”. Lo ha affermato anche a Bologna il presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, impegnato per l’istituzione dell’anno europeo contro gli sprechi alimentari. Una specifica risoluzione sarà sottoposta nelle prossime settimane all’Assemblea plenaria del Parlamento Ue.
Premiato don Ciotti e “Porta la sporta”. In mattinata sono stati consegnati i riconoscimenti della prima edizione del Premio “Non sprecare” curato da Antonio Galdo e ideato come sezione buone pratiche. Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, è il vincitore nella categoria “Il personaggio”. Premiati per la categoria “Associazioni” la campagna nazionale “Porta la Sporta”, promossa dall’associazione dei Comuni virtuosi italiani, e per la categoria “Aziende” la cooperativa sociale “Made in carcere” di Lecce, presieduta da Luciana Delle Donne.
Il pranzo contro lo spreco. Successo poi anche per il Pranzo contro lo spreco per 500, evento conclusivo delle Giornate, svoltosi nel Cortile d’onore di Palazzo D’Accursio. Cibi perfetti dal punto di vista, ma in origine destinati alla discarica.
fonte: repubblica.it
30 ottobre 2010