di Enrico Marro. Un elenco sterminato di privilegi insopportabili. Tutti raccontati nei dettagli e i cui titolari sono identificati. Dall’ex dipendente del comune di Perugia, Mario Cartasegna, con la pensione di 49 mila euro lordi al mese, alla baby-pensione, concessa nel 2016, a Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale in Puglia, che con appena otto anni di servizio prende, a 55 anni d’età, 5.020 euro lordi al mese fino ai «17.318 ex sindacalisti che incassano pensioni superiori al dovuto grazie a un beneficio assurdo» previsto peraltro da una legge ad hoc (la 564 del 1966).
E ancora: la signora Anna Maria Cacciolla che «da quarant’anni vive con il vitalizio di papà», consigliere della Regione Sicilia per il partito monarchico dal 1947 al 1951, passato a miglior vita negli anni Settanta, lasciando appunto la reversibilità alla figlia, che finora ha incassato «oltre due milioni di euro». Si potrebbe continuare all’infinito. Dopo Sanguisughe , uscito nel 2011, ecco Vampiri (Mondadori), il nuovo libro, scritto da Mario Giordano, direttore del Tg4 , sulle pensioni d’oro. Un’indagine che non fa sconti nemmeno a rappresentanti delle istituzioni, come il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che «per i suoi 17 anni da funzionario parlamentare, prende 25 mila euro» insieme «allo stipendio da 20 mila euro al mese».
Un’inchiesta, quella di Giordano, che muove, come la precedente, dall’indignazione. Lo racconta lo stesso autore, dedicando il libro «ad Aurora, che dovrà lavorare fino al 2064» e che ha ricevuto dall’Inps la «busta arancione», cioè la simulazione della pensione futura. Giordano ricorda bene quando l’ha letta: «Ho pensato che fosse uno scherzo…». «”Cara Aurora siamo lieti di farle sapere che dovrà lavorare ancora per 48 anni”, c’era scritto proprio così» rammenta l’autore. Aurora ha 27 anni e fa la parrucchiera in Toscana da dieci. Dopo 58 anni di lavoro, sottolinea Giordano, avrebbe una pensione da 1.288 euro lordi, meno di mille netti. Come si fa a non indignarsi?
Il fatto è che è tutto regolare, tutto secondo le leggi. Scandalose e irresponsabili norme del passato che hanno regalato pensioni a destra e a manca e di cui paghiamo e pagheremo ancora a lungo il conto. «Le 800 mila pensioni d’oro costano complessivamente 45 miliardi di euro. Per avere un’idea di quanto si possa recuperare, dico questo: se ci limitassimo a toccare le 250 mila più svergognate e, senza abolirle o massacrarle, ci limitassimo a ricalcolarle in base ai contributi che hanno versato, ebbene recupereremmo due miliardi di euro l’anno», osserva Giordano.
Che però sa bene come questa sia stata finora una battaglia persa, di fronte alla giurisprudenza della Corte costituzionale (ma un capitolo del libro è dedicato ai «supervitalizi e altri privilegi» proprio della Consulta) in difesa dei diritti acquisiti e alla impossibilità tecnica di procedere al ricalcolo, sostenuta in Parlamento dai tecnocrati dell’Inps. Mentre il presidente dell’istituto previdenziale, Tito Boeri, scrive sempre Giordano, è favorevole: «Ha elaborato un disegno di legge assai curato, fino all’ultimo dettaglio, che prevede di ricalcolare tutte le pensioni d’oro sulla base dei contributi versati: sono andato a parlargli, è convinto che sia attuabile sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista giuridico». Ma da quello politico?
Il Corriere della Sera – 28 febbraio 2017