Unioncamere: fra nuove assunzioni e turn over entro il 2020 troveranno occupazione due milioni e mezzo di persone. Commercio, servizi di sicurezza e cura in testa, ma aumenta la domanda di attività di alto profilo. In crescita tecnici della formazione, delle apparecchiature ottiche e della salute
Il lavoro che verrà: sicurezza e cure in testa, cresceranno professioni qualificateRoma. Specialisti nell’ ottica e negli audio-video, tecnici della formazione, addetti al commercio e alla finanza: nel 2020 queste saranno le professioni più richieste Da qui a cinque anni, in Italia, due milioni e mezzo di persone entreranno nel mondo del lavoro: gran parte di questa occupazione non sarà legata alla crescita economica, ma al normale turnover del settore pubblico e privato. Così stimano la Commissione Europea e il Fondo monetario: più 2,1 per cento fra il 2016 e il 2020, lo 0,4 all’anno. Numeri che non ci collocano di sicuro in testa alla classifica del lavoro che verrà, ma dai quali, secondo una ricerca Unioncamere, emerge un elemento di dinamicità. Rispetto al passato, a crescere sono soprattutto le professioni qualificate: 2,2 per cento in cinque anni, quasi pari merito con la Germania (2,3) e più del doppio rispetto alla Francia (più 0,8 oper cento).
Le “High Skill”. Nel 2020 fatto 100 il numero delle persone che troveranno lavoro 41 avranno un profilo professionale qualificato (le cosiddette high skill): 2 in più rispetto al 2016 a scapito delle figure intermedie che passeranno dal 33 al 31 per cento. Stabile al 27 per cento il fabbisogno di professioni non qualificate. Guardando solo alle quantità, la parte del leone – fra nuova occupazione e turnover – la faranno ancora una volta le attività commerciali (236 mila unità previste), seguite da quelle che operano nei servizi alla cultura, alla sicurezza e alla persona (136 mila) e dalle professioni legata alla ricezione turistica e alla ristorazione (119 mila). Economia, finanza, ma anche cultura umanistica: nei prossimi cinque anni si prevede la domanda di 164 mila specialisti nella formazione e nella ricerca (insegnanti e professori di scuola superiore compresi), ma Unioncamere stima ci sarà bisogno anche di 125 mila professionisti nell’ambito delle scienze umane applicate al marketing, alla gestione e al controllo di impresa.
Su cosa puntare. Secondo i dati elaborati dalla associazione guidata da Ivan Lo Bello, però, al di là dei grandi numeri, ci sono alcuni profili che in futuro garantiranno una più elevata opportunità di inserimento, professioni il cui peso è destinato ad aumentare rispetto a quello oggi occupato. Tra le figure di alto profilo individuate dallo studio al primo posto ci sono gli specialisti della formazione (39 mila in cinque anni), fra i quali sono da intendersi gli esperti di formazione aziendale, gli orientatori, gli insegnanti di sostegno e quelli di lingua italiana per stranieri. Fra i profili medi emergeranno le professioni legate alla assistenza di anziani, bambini e disabili (93 mila). Fra i mestieri meno qualificati conduttori di convogli ferroviari e manovratori (8.600).
Repubblica – 5 luglio 2016