Lo avevano annunciato: un ulteriore rinvio del riparto del Fondo sanitario 2012 sarebbe stato «di una gravità eccezionale». Oggi, alla puntuale richiesta del Governo di far slittare per la seconda volta l’intesa sulle risorse per quest’anno (circa 108 miliardi), i presidenti hanno deciso di lasciare la Conferenza Stato-Regioni. E’ rottura. Nella Conferenza Stato Regioni del 10 maggio il Governo non aveva voluto discutere il riparto 2012 perché “fuori sacco”, rinviandone anche oggi l’esame, quando il tema era praticamente l’unico all’ordine del giorno. La mancata approvazione del riparto, oltre ad alimentare la paura di nuovi tagli, impedisce il trasferimento dei fondi dallo Stato alle Regioni. «Il nuovo rinvio è incomprensibile e grave», afferma a caldo il presidente Vasco Errani.
Il quale, confermando l’impegno delle Regioni, aggiunge però che serve «maggiore volontá di leale collaborazione. I pagamenti alle imprese sono da velocizzare, non da rallentare». Sembra infatti che il Governo voglia “tagliare” circa un miliardo e mezzo di euro, ovvero quei “fondi vincolati” che, in carenza di nuovi finanziamenti, erano stati usati proprio per arrivare alle definizione del riparto tra le Regioni
«Questo ulteriore rinvio non è giustificato» ha spiegato il governatore del Molise Michele Iorio, vicepresidente della Conferenza. «Abbiamo deciso – ha aggiunto – di abbandonare la riunione perchè così non si può continuare. È un ritardo che pesa sulle Regioni, sul settore sanitario, giá in difficoltá con i pagamenti». «È rottura – ha concluso – perchè ci sono serie questioni che dobbiamo esaminare».
«Non riusciamo a interloquire con il governo che non si è presentato: è la prima volta nella storia della Conferenza Stato-Regioni che, su richiesta del governo, viene rinviato l’esame di un punto e che, alla convocazione successiva, l’esecutivo stesso non si presenti. Siamo quasi al dileggio istituzionale». L’affondo arriva dal coordinatore della Commissione Affari Finanziari e Bilancio della Conferenza delle Regioni, e assessore in Lombardia, Romano Colozzi. «Si ha quasi l’impressione – aggiunge – che qualcuno nella compagine ministeriale non riconosca valore istituzionale a queste conferenze. Ogni volta o viene chiesto un rinvio o non si formulano delle risposte». Per l’assessore, «si pone dunque una questione più generale che andrà affrontata nel corso dell’incontro che il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha chiesto al premier Mario Monti e che dovrebbe svolgersi nelle prossime settimane».
«E’ un evidente sgarbo istituzionale del governo nei confronti dei territori – commenta amaramente il presidente veneto Luca Zaia -. Il legittimo atto di protesta delle Regioni interpreta perfettamente il generale e diffuso disappunto per come questo delicato ma ineludibile passaggio venga trattato con ingiustificata arroganza dall’esecutivo nazionale»
Il Fondo sanitario nazionale non è un bancomat «e altri tagli sarebbero insostenibili». Così l’assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna Carlo Lusenti, a margine di un’audizione in commissione Affari Sociali alla Camera, commenta la rottura tra Regioni e governo. «Già con le riduzioni dei finanziamenti, che abbiamo conteggiato in 17 miliardi di euro nel triennio, la conferenza dei presidenti delle Regioni ha dato un giudizio di insostenibilità».
«Non vorrei che tra un pò qualcuno ci venga a dire che non ci sono i soldi per la sanità o che ce ne sono di meno. Per noi sarebbe inaccettabile. Noto troppa confusione», prosegue il governatore abruzzese Gianni Chiodi.
Il sottosegretario Cardinale: «Non rottura, rinvio»
«C’è qualche problema perchè bisogna vedere quali adattamenti fare per rientrare nel conto economico che assicura il pareggio di bilancio. Ma più che di una rottura, io parlerei di un rinvio, dovuto al fatto che ancora non c’è consonanza». Così il sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale, alla trasmissione radio Un giorno da Pecora, a proposito delle divergenze con le Regioni sulla ripartizione del fondo sanitario 2012. Quindi Cardinale precisa: «Io non ho detto che bisogna fare ulteriori tagli per 40 mld, ma che proprio per salvare il sistema pubblico e il welfare, si possono intraprendere itinerari, come quello della medicina elettronica e l’abolizione della medicina difensiva».
«Sono consapevole della delicatezza dell’argomento e della rilevanza delle risorse in discussione. Sarà mio massimo impegno riannodare il filo del dialogo affinché si torni al più presto al tavolo per individuare soluzioni il più possibile condivise. Confido – a maggior ragione in tempi difficili come gli attuali – nella forza del confronto e nell’utilità della mediazione, che sempre hanno consentito di raggiungere risultati importanti in seno alla Conferenza Stato-Regioni ed alla Conferenza Unificata». E questa la dichiarazione del ministro degli Affari regionali Piero Gnudi dopo la rottura tra Regioni e Governo in seguito al rinvio del riparto del Fondo sanitario per il 2012.
22 maggio 2012 – riproduzione riservata