La notizia era nell’aria da qualche tempo, ma ora sembrerebbe proprio che il governo danese abbia intenzione di abolire la tassa sui cibi ricchi di grassi saturi. L’imposta, applicata ai prodotti contenenti più del 2,3% di grassi saturi era stata introdotta poco più di un anno fa.
L’industria alimentare si è da subito opposta affermando come la tassa potesse causare seri problemi amministrativi per le aziende dovuti all’aumento dei costi, ma anche la perdita di posti di lavoro giustificata con il fatto che i consumatori danesi si sarebbero orientati a far scorta di prodotti alimentari nella confinante Germania dove i prezzi dei cibi erano più convenienti. Ma non è tutto. Il governo danese avrebbe pure deciso di cancellare il piano relativo alla introduzione della sugar tax, la cui adozione era stata programmata per il prossimo anno. Sia la tassa sui cibi di grassi saturi che la sugar tax erano state elaborate dal precedente governo.
I nuovi ministri invece sembrerebbero invece di avviso opposto e più orientati ad accogliere le richieste di abrogazione provenienti dall’industria alimentare. La fat tax (o tassa sui grassi) aveva aggiunto 16 corone per ogni chilogrammo di grassi saturi contenuti in un prodotto, mentre la tassa sullo zucchero, che avrebbe dovuto essere introdotta a partire dal prossimo anno pur non essendo stata elaborata nel dettaglio avrebbe dovuto aggiungere 0,5 € per ogni chilogrammo di zucchero Iva esclusa. A mero titolo di esempio, quindi il prezzo di uno yogurt sarebbe potuto aumentare del 20%. Diverse catene di supermercati hanno ( questo per dar man forte all’ azione dell’industria e ingraziarsi i consumatori) comunicato in questi giorni che, se l’imposta verrà abolita i prezzi dei prodotti alimentari verranno ridotti.
In una dichiarazione rilasciata alla stampa il Ministro Mette Gjerskov ha affermato che ora si dovrà fare qualcosa di diverso e trovare strade alternative per tutelare la salute pubblica.
Nel frattempo, durante la Public Health Conference tenutasi a Malta la scorsa settimana sono stati resi noti i risultati preliminari del progetto EATWELL. Secondo Bruce Traill della Reading University, uno dei partecipanti al progetto, i risultati avrebbero mostrato come tassare i cibi non sani e utilizzare il ricavato per promuovere scelte alimentari più sane, sia la giusta strategia che i governi dovrebbero adottare. E ad essere citati ad esempio sono state proprio le imposte adottate in Danimarca e in altri Stati Europei.
E proprio in questi giorni la Francia ha annunciato l’aumento della tassa sull’olio di palma addirittura del 300%. Si tratta della seconda imposta francese adottata su cibi o ingredienti insalubri dopo quella sulle bevande zuccherate
sicurezzalimentare.it – 13 novembre 2012