Dopo il blocco del servizio nelle città, si apre uno spiraglio per il confronto sulle scelte dell’esecutivo che riguardano la categoria. L’incontro si terrà martedì 17.
Il governo ha convocato i rappresentanti di tutte le sigle sindacali dei tassisti per martedì 17 gennaio, alle 18, a Palazzo Chigi. Sono 22 le sigle convocate dei rappresentanti dei tassisti che nei giorni scorsi hanno proclamato uno sciopero nazionale per il 23 gennaio per protestare contro gli interventi di liberalizzazione del governo. La protesta selvaggia delle auto bianche ha provocato in questi giorni enormi disagi in varie città italiane, in particolare a Roma, Milano, Napoli e Torino. Ieri la Commissione di Garanzia sugli scioperi ha invitato i prefetti interessati alla protesta dei taxi «a valutare se sussistano le condizioni per l’attivazione del potere di precettazione».
Servizio regolare a Fiumicino. Dopo la paralisi di ieri, intanto, è tornato regolare il servizio taxi nell’aeroporto di Fiumicino. Già dalle prime ore della mattina negli stalli riservati alla sosta delle vetture bianche di fronte agli arrivi dei terminal 1 e 3 del Leonardo da Vinci si contavano decine di taxi in sosta in attesa dei clienti.
A Napoli terza notte in piazza per i tassisti. Secondo quanto confermato dalla Questura, nessun dietrofront da parte del presidio delle auto bianche in piazza del Plebiscito che protesta contro la liberalizzazione del settore. I taxi, secondo quanto ribadito dai rappresentanti delle cooperative anche ieri sera a seguito di un incontro in Prefettura, dovrebbero garantire i servizi essenziali. Vale a dire corse per le fasce deboli (anziani, disabili e ammalati) e nelle fasce orarie in cui non esistono o sono assai ridotte le corse dei mezzi pubblici, ovvero dalle 22 alle 2 e dalle 4 alle 8.
Pochissimi i taxi in circolazione a Torino. Anche dopo l’assemblea di ieri sera, infatti, la maggioranza dei tassisti rimane sulla linea della protesta ad oltranza contro il progetto di liberalizzazioni.
Casini: liberalizzazioni significa tariffe più competitive. «Liberalizzazioni significa tariffe più competitive, concorrenza e, naturalmente, consumatori che beneficiano di un abbassamento delle tariffe – dice il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini – Questo è quello che deve portare il processo di liberalizzazione. Mi sembra che ci si stia avviandosi in questa direzione».
Cicchitto a Monti: liberalizzazioni siano degne di questo nome. «Ieri – dice il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto – abbiamo detto al presidente Monti che sosteniamo liberalizzazioni degne di questo nome, incisive sullo smantellamento degli autentici colli di bottiglia,fatte con un metodo simile a quello adottato per la riforma del mercato del lavoro».
Intanto gli avvocati penalisti avvertono: “Modifiche non discusse, siamo pronti alla protesta”. Niente visite il 10 e il 13 febbraio, e niente chiamate urgenti alla guardia medica l’11 e il 12 febbraio
Il governo ha convocato i rappresentanti di tutte le sigle sindacali dei tassisti per martedì 17 gennaio, alle 18, a Palazzo Chigi. E’ quanto si apprende da fonti sindacali. La convocazione sarebbe giunta in mattinata come confermato da Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi e del 3570 di Roma. Alla luce della convocazione dovrebbe lentamente rientrare il blocco del servizio, che in alcune città proseguiva anche stamattina.
La convocazione è arrivata dopo il blocco di ieri che ha privato gran parte delle città italiane del servizio taxi in seguito alla protesta della categoria contro le nuove liberalizzazioni annunciate dal governo Monti. I sindacati saranno ricevuti dal segretario generale della presidenza del consiglio, Manlio Strano. I tassisti – ha spiegato Bittarelli – stanno valutando se posticipare l’assemblea già convocata per lunedì prossimo a Roma, al Circo Massimo, dalle 12 alle 18 per i fuori turno, proprio alla luce dalla convocazione del governo.
“Siamo impegnati a riportare la situazione alla normalità per evitare ulteriori disagi ai cittadini”, aggiunge Bittarelli, “stiamo rimuovendo gli ultimi blocchi visto che, alla luce della convocazione, non ha più senso continuare con i fermi. Decideremo cosa fare dopo l’incontro con il governo”. Sulla precettazione dell’Autorità di garanzia sugli scioperi, il presidente di Uritaxi afferma: “C’è poco da precettare. Non siamo lavoratori dipendenti, siamo liberi professionisti. Non si possono vietare le assemblee, è una forma di lotta. Spero di essere ancora in una democrazia”.
“Prendiamo atto che governo apre un confronto con la categoria – ha commentato il portavoce di Unica Taxi della Cgil, Nicola Di Giacobbe – . Auspichiamo che esca fuoi un accordo con prospettive certe per il futuro della categoria. Siamo disponibili a fare la nostra parte”.
Avvocati penalisti. Per una categoria che apre al dialogo, un’altra, quella degli avvocati, che rilancia la protesta. L’Avvocatura italiana “non può subire una trasformazione genetica, in peggio, quale quella che si prospetta con il dl sulle liberalizzazioni, senza far sentire la propria voce”. L’Unione delle camere penali Italiane scende così sul piede di guerra contro le annunciate misure del governo, sottolineando di essere “pronta alla mobilitazione”. La politica, avverte, deve essere “ben consapevole” che “non è certo questione di lobbies, come in maniera semplificata viene liquidata la questione”, ma si tratta “della sopravvivenza di una professione liberale che garantisce l’equilibrio del rapporto tra i cittadini e soprattutto quello tra i cittadini ed il Potere”.
I penalisti ricordano in una nota di “aver sempre chiesto una nuova legge professionale, sollecitando quegli aspetti riformatori, come il riconoscimento della specializzazione, che maggiormente si collegano alla tematica della qualità, e dunque del rafforzamento del ruolo di garanzia”; ora, “di fronte a ciò che sta accadendo, non possono che rivolgere un appello alle forze politiche affinchè non si liquidi la stessa funzione sociale dell’avvocatura”.
L’Ucpi accusa il governo di aver avviato le modifiche, anche quelle che riguardano l’abilitazione, “senza nessun confronto con l’avvocatura stessa”; atteggiamento “tanto più incomprensibile se si considera che un progetto di riforma, condiviso dall’avvocatura, aveva già superato l’esame del Senato ed era al vaglio della Camera”. Le Camere penali parlano di “atteggiamento miope, anche perchè non coglie neppure le differenze tra chi all’interno dell’avvocatura si limita ad atteggiamenti ribellistici e protestatari e chi è invece disposto ad affrontare il merito dei problemi con spirito aperto”.
A fronte di ciò, i penalisti si dicono pronti alla protesta, perché, concludono “il modello che si vuole adottare finisce per svuotare di contenuto proprio il ruolo di garanzia che l’avvocato incarna. Quello di cui in realtà si avrebbe bisogno, (dalla programmazione del numero degli iscritti alle facoltà di giurisprudenza, alla specializzazione nei diversi campi di attività, fino al rigoroso controllo deontologico e alla tutela dell’indipendenza della professione), è esattamente il contrario di quel che si propone”.
Medici. Niente visite dal medico di famiglia il 10 e il 13 febbraio, e niente chiamate urgenti alla guardia medica l’11 e il 12 febbraio. I medici di medicina generale della Fimmg hanno proclamato oggi 4 giorni di sciopero contro la manovra Monti, per difendere l’autonomia dell’Enpam, l’ente previdenziale dei medici. Il 10 e il 13 febbraio chiusi dunque gli studi medici: saranno effettuate solo le prestazioni indispensabili. Stesso discorso l’11 e il 12 per la guardia medica e l’emergenza territoriale 118.
Convocati gli ordini professionali. Il guardasigilli Paola Severino ha convocato per lunedì prossimo, 16 gennaio, alle 16.30 gli ordini professionali vigilati dal ministero della giustizia. Si tratta, si legge in una nota del ministero, dei rappresentanti di 20 ordini: avvocati, ingegneri, geometri, notai e, tra gli altri, giornalisti.
Repubblica.it – 14 gennaio 2012