“Nella maggior parte del territorio nazionale la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 2 con alcune Regioni – scrivono dalla Cabina di regia – in cui la trasmissione è ancora compatibile con lo scenario 3. Si osserva una riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente suggerendo un iniziale effetto delle misure di mitigazione introdotte a livello nazionale e regionale dal 14 ottobre 2020”. Le cose vanno meglio, ma la trasmissibilità è ancora sopra 1 e questo comporta un aumento dei casi. “Questo andamento non deve portare ad un rilasamento delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti”. Gli esperti continuano a suggerire ai cittadini di ridurre drasticamente le interazioni fisiche e di evitare i contatti con le persone al di fuori del proprio nucleo abitativo.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza, in vigore da oggi, con cui si rinnovano le misure relative alle regioni Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta. La nuova ordinanza è valida fino al 3 dicembre, ferma restando la possibilità di nuova classificazione prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020.
Le regioni interessate sono le prime 4 dichiarate zona rossa (Lombardia, Piemonte, Calabria e valle d’Aosta) e due (Puglia e Sicilia) dichiarate zona arancione nella stessa data. Tutte mantengono, dunque, al momento la stessa classificazione e le relative restrizioni graduate.
“Con gli altri ministri europei – ha aggiunto Speranza – abbiamo proposto la necessità di rafforzare l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il soggetto multilaterale che si occupa di salute e che, come tale, va rafforzato anche in una logica di riforma che provi ad aumentarne la trasparenza. Abbiamo bisogno di un Oms più forte, e la linea dell’Europa, va in questa direzione, perché i problemi di salute non si risolvono solo in un paese”.
“I dati che iniziamo a ricevere – ha spiegato il Ministro – lasciano intravedere la luce in fondo al tunnel ma bisogna avere un approccio prudente. Abbiamo agenzie istituzionali, sia su piano europeo che nazionale, che dovranno seguire con la massima cautela le procedure di validazione di vaccini e cure, ma i dati che vediamo ci lasciano ben sperare. Potremmo essere nelle condizioni – ha aggiunto – nei primi mesi del 2021 di avere le prime dosi. La distribuzione vedrà come primi beneficiari il personale sanitario e poi le persone in ospedale e Rsa”.