La Calabria aumenta le uscite per convegni. Ma dal sito appena varato dal governo emergono anche risparmi. È un’Italia che viaggia a due, tre, dieci velocità diverse. È l’Italia dei tanti campanili e di una spesa pubblica che cambia a seconda della latitudine. Dove capita che un dipendente regionale costi in Sicilia quindici volte di più che in Trentino, dove la Calabria che ha il record di disoccupati riesce a incrementare di oltre il 25 per cento le uscite per manifestazioni e convegni e dove l’austero Piemonte primeggia nella classifica nazionale delle consulenze.
È il Paese descritto dal sito soldipubblici. gov. it, il portale voluto dal premier Renzi che, tra polemiche e difficoltà tecniche (incluso il furto del dominio da parte di un internauta), ha avuto 100 mila accessi nelle prime 24 ore. La presidenza del Consiglio ha immesso sul web l’enorme mole di informazioni della piattaforma Siope, il sistema informativo di Ragioneria dello Stato e Banca d’Italia che contiene tutti i pagamenti e gli incassi di Regioni, Comuni e Province. Il quadro che emerge, dal dedalo di cifre, è quello di una pubblica amministrazione che, nel rapporto con l’anno scorso, riesce in molti campi a produrre un risparmio ma che non ha ancora intrapreso una dieta drastica in branche assistenziali (o clientelari) come personale, consulenze, missioni. E che largheggia in spese legali o di cancelleria. Specie al Sud e all’ombra degli statuti speciali.
Nel sito ci sono le macro-cifre, come i 23 miliardi spesi dagli enti pubblici nel mese di novembre. Le sole Regioni, nello stesso periodo, hanno effettuati pagamenti per 7 miliardi, gravando per 101 euro sul groppone di ogni singolo cittadino. Sono proprio le amministrazioni regionali a fornire lo spaccato più significativo. Le spese per il personale, pur con una tendenza in calo (1,7 miliardi rispetto ai 2,1 del 2013), continuano a essere robuste. E un terzo dell’intera cifra (575 milioni) se ne va per gli stipendi dei quasi 20 mila dipendenti fissi della Regione Siciliana, seguita in questa graduatoria da Campania (139,8 milioni) e Sardegna (128,6). Ma le posizioni di rincalzo cambiano se si considera la spesa pro-capite: dietro la Sicilia (115 euro) c’è la Sardegna (78,4) e il Friuli (71,8). Ultimo in entrambe le classifiche il Trentino, dove le «competenze fisse per il personale a tempo indeterminato » incidono per soli 7,72 euro sul bilancio di ogni abitante.
La Sicilia è prima anche per costi della politica: i trasferimenti a organi istituzionali sono solo lievemente inferiori all’anno precedente. I 137 milioni destinati al parlamento dell’Isola (dove non è ancora operativa la riduzione del numero dei consiglieri) rappresentano più o meno il doppio della cifra che, alla stessa voce, fa registrare la Calabria. Poi la Sardegna e la Campania. Anche se, in base alla popolazione, è la Sardegna a svettare in questo settore: 36 euro pro-capite contro i 26 della Sicilia. I tagli del decreto Monti, comunque, fanno sentire il loro effetto: al momento la diminuzione della spesa complessiva, rispetto al 2013, è di circa 200 milioni di euro.
Pesano ancora molto, sui bilanci delle Regioni, le uscite per «studi, consulenze, indagini e gettone di presenza»: sotto questa voce, fino a novembre, la leadership va al Piemonte, con 5,7 milioni di euro che è comunque una somma più bassa rispetto a quella (8,4 milioni) del 2013. Poi Sardegna (ancora), Calabria (idem) ed Emilia Romagna. Gli abitanti della Valle d’Aosta — ente che spende in consulenze e gettoni quanto il Lazio e la Campania — pagano in sostanza ogni anno una «tassa» da 20 euro al sottogoverno locale.
E altri 43 euro, a ciascun valdostano, costa l’organizzazione di manifestazioni e convegni da parte della Regione autonoma. Ma in questa classifica il boom è della Calabria che (complici le elezioni?) ha erogato finora quasi 5,9 milioni, ovvero 1,3 milioni in più rispetto alla cifra dell’intero 2013.
Sostanzialmente invariata la spesa delle Regioni per missioni e rimborsi spese (16,2 milioni fino a novembre contro i 17,3 dell’anno scorso), comparto nel quale si conferma regina della cassa la Sicilia (3,6 milioni). L’amministrazione guidata da Crocetta spende il triplo della Lombardia in cancelleria e software (2,4 milioni a fronte di 818 milioni) mentre per sola assistenza legale la Calabria “brucia” quasi 10 milioni di euro l’anno, cinque volte più della vicina Campania. E chissà se questa classifica dello spreco fatta con gli open data «sarà un tassello utile alla spending review», come dice Renzi, o rinfocolerà le recenti polemiche fra Palazzo Chigi e Regioni.
Repubblica – 27 dicembre 2014