L’anno della manovra Salva-Italia da 34,9 miliardi di euro, resa urgente per garantire il pareggio di bilancio nel 2013 e salvare l’Italia dal baratro greco, inizia oggi. Tra brindisi e auguri per il 2012, gli italiani faranno i conti con balzelli vecchi e nuovi (i due terzi del totale), come il ritorno in grande stile della tassa sulla prima casa. E, soprattutto, troveranno sotto il vischio una riforma delle pensioni inattesa, epocale, che cambierà in modo radicale il lavoro e la vita di tutti. La prima manovra dell’era Monti – che rassicura: “Non ne farò altre” – chiama gli italiani a numerosi sacrifici, dopo quelli corposi già richiesti dal doppio intervento estivo di Tremonti.
Una tripletta da 76 miliardi e oltre nel giro di pochi mesi. Mai successo prima in 150 anni di storia dell’Italia unita e che ci accompagna verso un anno di recessione. Ora il Cresci-Italia: più che un pacchetto di riforme, un augurio.
La previdenza – Stop anzianità e finestre assegno solo per vecchiaia, uomini a riposo a 66 anni
La riforma Fornero taglia il nastro proprio a Capodanno. Ed è un esordio storico. Da domani tutti gli italiani passano al sistema contributivo pro-rata: la pensione sarà calcolata, per chi era ancora con le vecchie regole, non più in base alla media degli ultimi stipendi, ma ai contributi versati. Non solo. Spariscono le quote (età più contributi), le “finestre” e anche i 40 anni di anzianità. Per avere diritto all’assegno conterà la “vecchiaia”: 66 anni per gli uomini, 62 anni per le donne del settore privato, 65 anni per le lavoratrici del pubblico. L’aggancio si avrà nel 2018 (tutti fuori a 66 anni). Possibile ancora la pensione “anticipata”, ma occorrono 41 anni e un mese di contributi per le donne e 42 e un mese per gli uomini. Solo per il 2012, si potrà lasciare a 64 anni e 35 di contributi. Per il 2012 e il 2013, gli assegni sopra i 1.400 euro mensili non saranno adeguati all’inflazione.
Gli immobili – Imposta comunale anche sulla prima casa, rendite catastali riviste
A volte ritornano. Dopo 4 anni di assenza, da domani tocca all’Ici anche sulla prima casa. Si chiama Imu (Imposta municipale unica) e si calcola su rendite catastali rivalutate del 60% a cui applicare l’aliquota dello 0,4% (prima casa) o 0,76% (seconde case). Aliquote che i sindaci possono alzare, rispettivamente, fino a 0,6 e 1,06%. Il presidente Monti ha assicurato che 6 milioni di famiglie (un terzo di quelle che vivono nelle case di loro proprietà) ne saranno “esentate” grazie al meccanismo delle detrazioni: quella base di 200 euro da sommare al bonus di 50 euro per ogni figlio convivente sotto i 26 anni, fino ad otto figli (sconto massimo, 600 euro). Via anche alla riforma del Catasto, evitata da tutti i governi negli ultimi 22 anni. Adeguerà il valore degli immobili a quello di mercato, aggiornando gli estimi con un algoritmo nuovo.
L’Irpef – Aumento retroattivo delle tasse sui redditi per 40 milioni di italiani
Sarà già nella busta paga di gennaio. Il rincaro dell’addizionale regionale Irpef dello 0,33% sull’aliquota base, che passa dallo 0,9 all’1,23%, colpirà 40 milioni di contribuenti e lo farà in modo retroattivo. La norma inserita nella manovra Salva-Italia fa scattare l’aumento dall’1 gennaio del 2011. Una mossa che viola lo Statuto del Contribuente – le norme tributarie non possono essere retroattive – ma che serve a far cassa proprio da domani, visto che questo tipo di imposta si paga tutta nell’anno successivo alla produzione del reddito a cui si riferisce. Fino ad oggi i governatori hanno potuto manovrare l’aliquota base dallo 0,9 all’1,4%. Molte Regioni l’hanno spinta già al massimo. Quelle in deficit sanitario, come Molise, Campania e Calabria, sono andate oltre, all’1,7%. Il Lazio nel 2010 è rientrato dall’1,7% all’1,4%. Ora tornerà di nuovo all’1,7%.
I tagli – Authority, i membri si riducono da 50 a 28; tetto ai salari di Stato
Tramontata l’annunciata abolizione delle giunte provinciali (e delle Province) che non sarà più immediata, ma avverrà solo alla scadenza naturale delle giunte attuali, il mese di gennaio, come promesso dai presidenti di Camera e Senato, dovrebbe essere dedicato a una seria riflessione sulla sforbiciata di vitalizi, stipendi e prebende dei parlamentari. I membri delle Authority scenderanno intanto da 50 a 28. Inpdap e Enpals saranno accorpate nell’Inps, anche se non subito, visti i non pochi problemi già emersi su distribuzione di funzioni e dipendenti. Gli stipendi nella Pubblica amministrazione non potranno superare quello del primo presidente della Corte di Cassazione (300 mila euro annui), seppur con “deroghe motivate per le posizioni apicali”. Il secondo incarico di un dirigente sarà pagato solo il 25% della nuova busta paga.
Il lusso – Arriva il superbollo per auto potenti e aerei, barche colpite da maggio
Anche i ricchi piangono (un po’). I “nuovi noti”, così definiti da Monti, pagheranno qualcosa in più se posseggono barche, auto molto potenti, aerei personali o elicotteri, immobili anche all’estero, cospicue ricchezze finanziarie in Italia e fuori, pensioni d’oro (15% sopra i 200 mila euro) e liquidazioni sopra il milione (è reddito tassato al 43%). Da domani scatta, dunque, la “tassa sul lusso”. Per le auto sopra i 185 chilowatt, c’è l’addizionale erariale: 20 euro per ogni chilowatt in più. Per le barche, sale la tassa di stazionamento (ma dal primo maggio 2012): da 5 a 703 euro al giorno, a seconda della lunghezza degli scafi. Per gli aeromobili privati, in base al peso massimo al decollo: da 1,50 a 7,55 euro al chilo (il doppio per gli elicotteri). Per le case all’estero, il 7,6 per mille, calcolato sul valore d’acquisto o di mercato, al netto delle tasse locali.
Compravendite – Per tutte le abitazioni obbligatorio l’attestato di certificazione energetica
Vietato vendere casa senza bollino “verde”. Da domani l’attestato di certificazione energetica (Ace) è obbligatorio per tutte le compravendite immobiliari come effetto, questa volta, non della manovra Monti, ma di un decreto legislativo dello scorso marzo. Il documento è indispensabile, e ora anche obbligatorio (benché ancora non siano state previste sanzioni), proprio perché riporta l’Indice di prestazione energetica e anche l’elenco degli interventi fatti sull’immobile per contenere la dispersione di energia e così diminuirne il consumo. La novità, che potrebbe ripercuotersi sui prezzi di vendita, si somma alla proroga decisa, questa sì, dal Salva-Italia del bonus energia, lo sconto del 55% sugli interventi per il risparmio energetico. E al bonus Irpef del 36% per le ristrutturazioni immobiliari che diventa permanente.
Il fisco – Al via il prelievo sui capitali scudati, la strada resta in salita
I tesoretti parcheggiati in Svizzera o altrove e poi scudati generosamente grazie ai condoni dell’era Berlusconi-Tremonti (160 miliardi) saranno colpiti ancora con un mini-prelievo, un’imposta di bollo speciale dell’1%, che sale all’1,35 nel 2013 e diventa permanente allo 0,4% dal 2014. Una misura di equità, sponsorizzata a più riprese da Pd-Idv e dai sindacati, che tuttavia potrebbe risultare più ostica del previsto nella sua applicazione. Sia perché quei capitali nel frattempo potrebbe essere spariti, sia perché sono a rischio di perdita dell’anonimato che tuttavia era stato garantito loro come contropartita per il rientro. Un effetto indesiderato, per chi ha scudato, del meccanismo di nuova tassazione previsto dal Salva-Italia: se banche e intermediari finanziari non raccolgono l’imposta, il Fisco ha il diritto di chiedere l’identità dei loro clienti morosi.
Gli investimenti – Imposta bollo allo 0,1%, i “Paperoni” colpiti ma solo dal 2013
Soldi investiti, risparmiati, depositati. Sarà difficile non incappare negli aggravi per chi ha titoli o libretti di risparmio. Da domani l´imposta di bollo viene estesa a tutti gli investimenti finanziari, colpiti da un´aliquota dello 0,1% che diventerà dello 0,15% nel 2013. Ma con una differenza non di poco conto tra i due anni. Nel 2012 esiste una forchetta che va dai 34,2 ai 1.200 euro. Nel 2013 il tetto salta. E dunque i “paperoni” da 10 milioni di titoli verseranno al Fisco appena 1.200 euro con l´anno nuovo. Ma 15 mila euro dal successivo. Buone notizie per i conti correnti con una giacenza media annua sotto i 5 mila euro perché sono esentati dal bollo di 34,2 euro. Per le imprese, invece, l´imposta sale da 73,8 a 100 euro. La commissione sul massimo scoperto di conto sarà infine proporzionale alla somma messa a disposizione, alla durata e al massimo dello 0,5% per trimestre.
Repubblica – 31 dicembre 2011