Il Sole 24 Ore. C’è l’obbligo di vaccinazione per i sanitari – con meccanismi forse un po’ troppo farraginosi – e c’è anche lo scudo penale. Ma nella versione finale del decreto legge Covid la “protezione legale” per medici e operatori sanitari è circoscritta soltanto alle vaccinazioni e non a tutte le cure erogate durante il periodo della pandemia come sembrava in un primo momento anche grazie al via libera della ministra della Giustizia Marta Cartabia. Un’esclusione che ha fatto insorgere il mondo medico e sul quale sono già arrivate le prime rassicurazioni del ministro della Salute Roberto Speranza che ha promesso un intervento in Parlamento in sede di conversione del dl.
«Il rischio ora è quello di una pandemia giudiziaria», avverte il segretario di Anaao Assomed Carlo Palermo, la principale sigla de medici ospedalieri. Che ricorda come i sanitari vengano «da un anno tremendo e sono stanchi per lo stress fisico e psichico sopportato, di cui non vedono ancora la fine. Hanno lavorato senza linee guida e buone pratiche su una malattia sconosciuta in condizioni organizzative caratterizzate da carenza di personale e di posti letto, scarsità di dispositivi di protezione individuale, un numero sproporzionato di pazienti che affollavano i pronto soccorso in cerca di assistenza. Sono stati costretti ad assumere decisioni fondamentali per la sopravvivenza dei pazienti in tempi maledettamente brevi, utilizzare farmaci off label senza conoscere la loro reale efficacia, ed i possibili effetti collaterali, in patologie incontrate per la prima volta. Per affrontare l’emergenza hanno, spesso, lavorato in ambiti specialistici non di loro competenza». Per questo secondo Carlo Palermo «serve una norma che preveda la punibilità solo per dolo o colpa grave, una colpa grave non generica ma commisurata alle reali situazioni operative dell’ultimo anno, per l’insieme delle attività di diagnosi, cura e prevenzione prestate nel corso di tutto il periodo emergenziale. Non può bastare una tutela legata alla sola procedura vaccinale, che comporta un rischio assolutamente minimo che solo ad un magistrato a corto di informazioni tecniche può suggerire, prima ancora di un’autopsia e della valutazione dell’eventuale nesso di causalità, la iscrizione nel registro degli indagati dei medici e degli infermieri».
Il segretario degli ospedalieri promuove invece le misure sull’obbligo vaccinale. Anche se l’Ordine dei medici punta il dito contro la procedura troppo complicata che può portare prima allo spostamento del sanitario no vax ad altre mansioni («anche inferiori») lontano dai pazienti fino alla sospensione dal lavoro senza retribuzione.