Repubblica. Aumentano i contagi ed il Covid torna ad impensierire. Secondo un’indagine dell’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per Repubblica, il 51% degli italiani pensa che il virus possa creare ancora problemi di un certo rilievo. A ritenerla ormai un’emergenza superata è solo poco più di un terzo della popolazione. Non solo. Quasi un cittadino su due (44%) ritiene opportuno mettere in atto comportamenti autonomi per limitare i contagi, ma la preoccupazione è comunque tale che il 24% vorrebbe un decreto che imponga obblighi e divieti finalizzati alla riduzione del contagio. Solo un altro 24% non giudica necessario modificare le proprie abitudini per scongiurare un’altra ondata del virus.
La verità è che nell’immaginario collettivo degli italiani per diminuire il rischio è più utile fare attenzione ai comportamenti che assumere il vaccino. Infatti, a fronte di 3 cittadini su 4 che sono propensi a prendere precauzioni, resta una diffusa perplessità sull’assumere la dose di vaccino. Solo il 13% dichiara di averlo fatto recentemente, a cui si aggiunge un ulteriore 10% che, invece, ha intenzione di farlo a breve, ma fino ad oggi ha rimandato. In totale, dunque, le “intenzioni di vaccinarsi” non superano la quota di un italiano su quattro, ma nella realtà ad oggi è poco più di uno su 10 ad aver richiesto la quarta dose. Pertanto il dato che più risalta è che il 60% dei cittadini è già convinto che certamente non si vaccinerà.
Tra questi, quasi la metà (42%) ritiene che il Covid ormai non sia diverso da una normale influenza, e quindi non considera fondamentale la profilassi, ma c’è anche chi (21%) non crede nell’efficacia dei vaccini né che abbiano contribuito ad arginare il fenomeno pandemico, da distinguere dall’ 8% che si dichiara apertamente No-Vax. È da considerare, inoltre,che un 16% lamenta effetti collaterali dalle precedenti dosi e quindi ha paura che si possano ripetere. In generale, però, un italiano su due (48%) non teme che, se contagiato, possa andare incontro a conseguenze gravi, mentre la paura di complicanze avverse alberga ancora in circa un terzo della popolazione. Si diceva prima che gli italiani puntano, quindi, più sui comportamenti che sul vaccino. In tal senso è interessante notare che il 59% ritiene utile che sia almeno consigliato, da parte del governo, l’utilizzo della mascherina nei luoghi affollati e sui mezzi di trasporto pubblico. Così anche il 56% vorrebbe che fosse vietato uscire di casa ai positivi. Il 51% chiede solo per i più fragili la vaccinazione obbligatoria, mentre l’ipotesi che l’obbligatorietà sia estesa a tutti è condivisa appena dal 19%.
Su altre forme di attenzione l’opinione pubblica si divide a metà: sia per imporre limitazioni all’ingresso dei locali sia per potenziare lo Smart working nella Pubblica Amministrazione. Un altro dato da sottolineare è che la percezione del Covid cambia a seconda dell’appartenenza politica. E’ questo l’indicatore di come una questione puramente sanitaria sia stata vissuta in termini politici dalla stessa popolazione e non solo dai leader di partito. Per esempio sembra paradossale ma ad essere preoccupati oggi del Covid sono più gli elettori dei partiti di opposizione. Questa sensibilità più forte si rispecchia anche in una maggiore propensione a mettere in atto comportamenti finalizzati a frenare i contagi. È da segnalare però che fra coloro che sostengono il governo, solo gli elettori della Lega mostrano maggior scetticismo sia verso la nuova diffusione che verso le misure per contenerlo.
Ma c’è un altro fenomeno particolarmente interessante. Il 47% ritiene che la situazione non sia grave, e dunque non sia necessario tornare a misure restrittive come ai tempi dei lockdown, ma c’è un ulteriore 37% che crede che si nascondano volutamente informazioni per evitare che il panico generalizzato possa causare danni all’economia.
Anche in questo caso, la teoria più “pessimista” è maggiormente diffusa fra gli elettorati dell’opposizione. Comunque sia, prevale oggi una sensazione di ricevere poca comunicazione in merito. Infatti è il 57% degli italiani a ritenere che il governo non stia informando i cittadini sia sulla diffusione del virus che sui comportamenti da mettere in atto per evitare i contagi. La percezione è che al timore, seppure non eccessivo della popolazione, non corrisponda un’azione di comunicazione adeguata a fronteggiare questo particolare momento di impennata dei contagi.