Sergio Rizzo. Nei giorni scorsi il ministro Marianna Madia ha pubblicato la circolare che serve fra l’altro ad applicare le nuove regole sui pensionamento dei dipendenti pubblici. Provocherà tanti mal di pancia agli attempati burocrati allergici ai giardinetti. Ma anche molti sospiri di sollievo da parte di coloro che riusciranno a scovare lì dentro il grimaldello per non mollare la poltrona.
Per esempio: riuscirà Domenico Alessio a battere ogni record mondiale di longevità alla direzione generale del più grande ospedale italiano, il Policlinico Umberto I di Roma? A ottobre ha compiuto 75 anni, superando anche il limite di collocamento al riposo previsto per i magistrati prima della riforma Madia. Ma siccome alla conclusione del suo mandato mancano ancora due anni, ecco che potrebbe comodamente restare in servizio fin quasi al settantottesimo compleanno. Quello di Alessio (affiancato oggi da un direttore sanitario di anni 67, per un totale di anni 142 in due) è certo un caso particolare: è pensionato come dirigente d’azienda e ricopre un incarico pubblico a termine. Forse anche per questo la battaglia in atto presenta un esito incerto. Alessio è stato nominato direttore del Policlinico a quasi 73 anni, il 30 agosto 2012, dall’ex rettore della Sapienza Luigi Frati e dall’ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Va pure ricordato che era stato il predecessore della Polverini Piero Marrazzo, nel 2009, a nominarlo direttore dell’Ospedale San Filippo Neri: venti giorni prima del compimento dei 70 anni, quando già allora la legge fissava quell’età come limite massimo per la permanenza in servizio dei dirigenti del servizio sanitario. Gli uffici della Funzione pubblica hanno chiesto al collegio sindacale del Policlinico se il caso Alessio sia da considerare compatibile con le norme, ricevendone una risposta che ha lasciato tutti basiti: la nomina è avvenuta prima della legge Madia. Che dunque non la riguarda. Ci pensate?
Il Corriere della Sera – 23 febbraio 2015