Nonostante le difficoltà causate dalla guerra, il potenziale produttivo agricolo dell’Ucraina rimane intatto. Tuttavia, il conflitto ha stravolto i flussi commerciali dei principali prodotti di esportazione del Paese, come mais, olio di girasole e grano tenero. Lo rivela un monitoraggio di ISMEA, che offre un quadro dettagliato dell’impatto del conflitto sul commercio agroalimentare ucraino.
Verso l’UE, raddoppiano le spedizioni di mais e olio di girasole
Se da un lato i quantitativi esportati si sono mantenuti su livelli considerevoli, dall’altro le destinazioni sono cambiate radicalmente. I dati ISMEA mostrano un calo significativo delle spedizioni verso i Paesi extra UE, mentre l’Unione Europea ha assunto un ruolo di primo piano, in particolare i paesi confinanti come Polonia e Romania. Questo cambio di rotta è dovuto principalmente alla chiusura dei porti sul Mar Nero e alla successiva attivazione della Black Sea Grain Initiative, che ha permesso il trasporto via mare di derrate agricole ucraine.
L’Italia quadruplica gli acquisti di grano ucraino
L’Italia, in particolare, ha più che quadruplicato i suoi acquisti di grano da Kiev, passando da 121 mila tonnellate nel 2021 a 589 mila nel 2023. Il nostro Paese si posiziona così come il 13° fornitore nazionale di prodotti agroalimentari ucraini, con un valore di 1,1 miliardi di euro e una quota dell’1,8%.
L’Ucraina rimane leader per le forniture in Italia di mais (circa il 30% delle importazioni tricolore) e olio di girasole (46%), mentre nel caso del frumento tenero è solo quarta con una quota del 10% dei volumi complessivamente importati.
Un futuro incerto per il commercio agroalimentare ucraino
Nonostante la resilienza dimostrata, il futuro del commercio agroalimentare ucraino rimane incerto. La prosecuzione del conflitto e le sue conseguenze sui trasporti e sulla produzione interna potrebbero avere ulteriori ripercussioni negative.
ISMEA continuerà a monitorare l’evoluzione della situazione, fornendo aggiornamenti periodici sugli scenari futuri e le loro implicazioni per l’Italia e per il mercato globale.
Il conflitto in Ucraina stravolge le rotte del grano ucraino: l’Europa diventa il primo acquirente