Gli incendi dopo, ma prima c’è stato il caldo di luglio. Anomalo. Spietato. Bizzarro, perfino. Il clima ha decimato le coltivazioni italiane, messo in ginocchio la produzione di latte.
Sì, perché gli animali da stalla soffrono lo stress e non fanno latte. Non solo: le olive cadono da sole, mettendo a rischio la raccolta. Gli effetti delle alte temperature hanno danneggiato irreparabilmente anche le coltivazioni di meloni, angurie, peperoni e pomodori ustionati dai raggi del sole che stanno scottando anche agrumi, clementine precoci e bergamotto.
I dati della catastrofe
A causa dei cambiamenti climatici le produzioni nazionali hanno subito tagli che vanno dal 5 al 10% per le previsioni di vendemmia, al 10% per il grano, mentre è praticamente dimezzata la frutta nazionale con cali del 30% per le ciliegie, del 40% per pesche e nettarine e fino al 50% per le albicocche (rispetto a un’annata normale). L’agricoltura, secondo la riflessione di Coldiretti, è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Anche al momento è possibile solo contare i danni.
Dopo il caldo, gli incendi
Da Nord a Sud (più nel Sud), l’Italia è stata devastata nel fine settimana dagli incendi. Due vittime in Calabria, ettari di terreno coltivato andati in fumo.
Le associazioni di categoria calcolano già decine di milioni di danni all’agricoltura, in particolare alle coltivazioni di grano. E la situazione non farà che peggiorare. Nei prossimi giorni il rischio incendi aumenterà in tutto il Paese e le temperature raggiungeranno i 45 gradi. A chiedere il massimo impegno per evitare una nuova emergenza è stato il capo del Dipartimento Protezione Civile Fabrizio Curcio, alla luce delle previsioni meteo: fino a Ferragosto l’Italia sarà investita da un’ondata di caldo africano, con temperature che arriveranno a 45 gradi al Sud, a 36-37 gradi nelle città della pianura Padana e fino a 28-30 gradi a 1.500 metri.
L’Etna aggrava la situazione
Secondo Coldiretti le recenti eruzioni avallano l’ipotesi di un mutamento nelle attività del vulcano e che quindi bisogna avviare un nuovo sistema d’interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. Si tratta a quanto pare di un’emergenza continua, una vera e propria calamità quotidiana.
Il bilancio dei danni è parziale
Presto per contare i danni economici causati da caldo e incendi, ma non è presto per verificare il crollo nella produzione di frutta e verdura.
I prossimi giorni saranno cruciali per un’attenta valutazione. Intanto il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il DPCM con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale e il Dipartimento è già al lavoro per coordinare l’invio di volontari e delle colonne mobili.