Per raccogliere bruscandoli, mentuccia, finocchietto selvatico e tarassaco (il radicchio da campo) potrebbe servire un “patentino”. Da ottenere dopo aver frequentato un corso di formazione, chiaramente. Leggi anche il corsivo di Antonio di Lorenzo sul Giornale di Vicenza del 23 novembre “Patente per bruscandoli”
La proposta di legge per disciplinare “la raccolta e la cessione di piante della flora spontanea” è stata discussa in consiglio regionale martedì ma è stata rinviata in commissione agricoltura per i necessari e doverosi approfondimenti, visto che va a colmare un vuoto normativo. Se bisogna frenare la raccolta indiscriminata di bruscandoli, ortiche e erbette spontanee in genere, bisogna essere precisi e dissipare ogni dubbio in merito. E troppi consiglieri hanno sollevato perplessità.
Nel testo si distinguono due tipi di raccolta: quella non commerciale, sottoposta a limiti quantitativi, e quella a fini di vendita, che sarà consentita solo a chi si iscriverà al registro regionale degli operatori abilitati e potrà esibire il relativo patentino quinquennale. Bisognerà frequentare un corso di formazione, per ottenerlo. Per i trasgressori sono previste sanzioni fino a 250 euro. Non sarà necessario richiedere il patentino nel caso in cui la raccolta di erbette sia per fini personali.
Il risotto coi “bruscandoi” della nonna, insomma, è salvo. Il provvedimento, che ha come primo firmatario il consigliere di Forza Italia Davide Bendinelli, era già stato portato in commissione agricoltura, dove tutti i consiglieri (tranne uno) avevano votato a favore. Martedì il colpo di scena: bisogna ridiscutere alcuni punti. Nicola Finco (Lega), per esempio, ha suggerito di rivedere le norme facendo adeguate distinzioni per le diverse specie botaniche. Sergio Reolon (Pd), invece, ha chiesto un approccio più oculato e puntuale: «Non ha senso tutelare l’ortica, mentre la cicerbita alpina, specie a rischio, è molto più rara e ricercata». Fra i più critici ci sono Giovanni Furnaletto (misto), che ha pensato al cittadino medio dichiarando «Non possiamo mica costringere la signora Maria a farsi il patentino per andare a bruscandoli!» e Diego Bottacin che ha parlato di «legge inutile». Furlanetto (Prima il Veneto) in una nota conclude: «È assurdo che il Veneto voglia normare un’attività antica come la raccolta delle erbe selvatiche obbligando migliaia di persone a conseguire un patentino e rispettare delle regole per fare quello che fanno da sempre. Questa proposta di legge va cestinata». La signora Maria ringrazierebbe.
Corriere delle Alpi – 24 novembre 2014