L’ingorgo di fine legislatura in Parlamento si è solo un po’ alleggerito ieri, dopo la bocciatura in Senato del contestato Ddl sulla diffamazione a mezzo stampa. Ma il percorso resta tutto in salita e il calendario dei lavori di questa settimana è serratissimo, soprattutto a Palazzo Madama, dove arrancano tutti i decreti legge in attesa di conversione.
Oggi è atteso in Aula il voto di fiducia sul Ddl delega fiscale, che dopo il via libera dovrà tornare alla Camera. E le commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio inizieranno in seduta congiunta le votazioni sui 370 emendamenti presentati al decreto legge sui costi della politica delle Regioni (da convertire entro il 9 dicembre). Anche se i margini di modifica sembrano pochi. Mentre la commissione Industria dovrebbe iniziare sempre oggi a votare gli emendamenti al Dl sviluppo bis (39 articoli per spingere l’innovazione digitale, le start up, le infrastrutture e gli investimenti esteri), che scade il 18 dicembre e a cui manca ancora il passaggio a Montecitorio. Al Senato, tra oggi e domani, si aprirà anche la sessione di bilancio per l’approvazione alla legge di stabilità 2013, destinata a monopolizzare i lavori legislativi, rallentando l’esame degli altri provvedimenti. Pure in questo caso è scontato un ritorno del provvedimento alla Camera per il via libera definitivo, a causa dei ritocchi attesi su Comuni, sicurezza, pensioni di guerra, malati di sla e tobin tax.
È calendarizzata per domani in assemblea a Palazzo Madama la riforma della legge elettorale, ma è probabile un rinvio di una settimana, in attesa dell’esito del ballottaggio per le primarie del centrosinistra. Sorte incerta per il Dl di riordino delle Province, il cui esame procede a rilento. Il decreto legge scade il 5 gennaio 2013, ma il termine per la presentazione degli emendamenti in I commissione (che si è “incartata” per giorni sulla pregiudiziale di costituzionalità presentata da Pdl e Lega) è slittato a lunedì 3 dicembre. Mentre questa settimana i lavori saranno monopolizzati solo dalle audizioni. Per l’approdo in aula bisognerà aspettare metà dicembre. E a quel punto alla Camera resterebbe solo una decina di giorni per l’ok definitivo. Sempre in Commissione è fermo il decreto legge che blocca il prelievo del 2,5% sul Tfr dei dipendenti pubblici (scadenza 29 dicembre), in attuazione della recente sentenza della Corte costituzionale. In aula alla Camera torna invece oggi in discussione, come assicurato nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia Paola Severino, il disegno di legge delega sulle misure alternative al carcere. Un provvedimento presentato dal governo un anno fa e ora rilanciato dall’esecutivo Monti dopo l’appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
ilsole24ore.com – 27 novembre 2012