La vespa velutina è volata fuori dalla zona rossa: è stata trovata a 300 chilometri dall’area di infestazione. Il rilevamento è avvenuto a Bergantino, in provincia di Rovigo, sul confine con la Lombardia e a 15 chilometri da quello con l’Emilia.
La segnalazione è giunta sul sito StopVelutina grazie all’intervento di due attenti apicoltori, Luigi Toschi e Giuliano Montagnini. Quest’ultimo, esperto apistico e referente dell’Associazione regionale apicoltori del Veneto per la sede di Bergantino, aveva osservato già nel mese di agosto alcuni calabroni anomali volare davanti ai propri alveari e li aveva catturati con trappole anti-vespa. Purtroppo l’errata analisi tassonomica da parte di alcuni colleghi ha impedito di comunicare tempestivamente la presenza del pericoloso calabrone sui canali ufficiali. Solo la recente cattura di altri quattro esemplari e il successivo invio di una foto (in alto) sul sito StopVelutina, ha permesso di mettere in luce la grave situazione.
A seguito della segnalazione, i ricercatori di StopVelutina hanno prontamente contattato gli apicoltori per visionare gli esemplari catturati e verificarne la tassonomia. “Si tratta sicuramente del calabrone asiatico – ha confermato Laura Bortolotti, entomologa del CREA-API e coordinatrice di StopVelutina che si è occupata dell’identificazione – e purtroppo ora è tardi per mettere in piedi una squadra di eradicazione, perché i nidi in questa stagione sono già spopolati e le regine di velutina stanno probabilmente svernando, nascoste da qualche parte”. I ricercatori si recheranno comunque sul posto nei prossimi giorni per effettuare un sopralluogo e avviare una procedura di sorveglianza per la prossima primavera.
Vespa velutina in questo mese ha mostrato di riuscire a migrare verso nord rispetto alla zona di infestazione (localizzata nel Ponente ligure). Ad ottobre il calabrone è ricomparso in provincia di Cuneo (Pianifei) e ne sono stati trovati esemplari in provincia di Torino (Vicoforte Mondovì, Rivoli). Ma prima d’ora non si era mai trovato così lontano dall’area rossa. La diffusione del calabrone sul territorio italiano è stata straordinaria: i dati provenienti dalla Francia, nazione quasi completamente infestata dall’insetto alieno, parlano di un avanzamento potenziale di 100 km all’anno.
“Si è trattato probabilmente di un trasporto passivo di regine di calabrone, avvenuto su qualche mezzo motorizzato”, ha spiegato Bortolotti. “Questa pessima notizia rende ancora più urgente e pressante la questione di finanziare una rete di monitoraggio scientifica (composta da alveari sentinella, NdR) in grado di intercettare l’avanzata di questo e altri parassiti – ha continuato la scienziata – una rete che già esisteva grazie ai progetti BeeNet e Velutina, ma che in seguito al loro mancato rifinanziamento, é oggi basata solo sul volontariato degli apicoltori, coordinati dal CREA per StopVelutina. I passi successivi saranno proseguire e incrementare le reti già avviate nelle Regioni fin ora considerate indenni, come la Toscana, l’Emilia-Romagna e Lombardia, e ampliarle al Veneto e a tutto il Nord Italia”.
Aggiornamento 25 novembre:
I ricercatori e gli apicoltori di StopVelutina, già impegnati nella ricerca di metodi di monitoraggio e controllo del predatore, sono entrati in contatto con la Regione Veneto e con quelle limitrofe. Lo scopo: intervenire su posto il prima possibile per tentare di fermare questo nuovo focolaio e sventare il rischio di espansione in tutto il Paese.
Fonte http://www.stopvelutina.it/ – Maggiori informazioni: laura.bortolotti@crea.gov.it
27 novembre 2016