La Stampa. Si chiamano Fido, Mia o Tobi. Sono gli animali domestici, da sempre i migliori amici dell’uomo. Dallo scoppio della pandemia lo sono diventati ancora di più e adesso piacciono anche agli investitori che con i titoli campioni della «pet economy», in un solo anno, sono riusciti a realizzare guadagni tra il 130- al 200%.
Il settore sta vivendo un vero e proprio boom e la pandemia ha impresso un’ulteriore accelerata. Con le restrizioni agli spostamenti, sempre più persone hanno aggiunto un amico animale al proprio nucleo famigliare: un modo per aiutare a combattere la solitudine ma anche un pretesto per poter uscire a fare due passi (secondo l’Enpa negli ultimi dodici mesi in Italia sono stati addottati oltre 8.100 cani e 9.500 gatti). Non c’è soltanto il Covid, il trend potrebbe proseguire perché i mutamenti demografici in corso, e il prevalere di famiglie composte da una o due persone, fanno sì che il numero degli amanti degli animali domestici sia in crescita.
In ogni caso, i «padroni» di Fido e Mia sono disposti a spendere molti soldi per i loro amici e generano ogni anno un giro d’affari miliardario in food, cure veterinarie, fino alle assicurazioni. «Negli Stati Uniti, l’industria degli animali domestici è cresciuta due volte più velocemente del Prodotto Interno Lordo dal 2007 ad oggi – dice Adam Vettese, analista di mercato di eToro -. Anche in un momento di crisi finanziaria globale, come il periodo che stiamo vivendo, gli americani stanno spendendo sempre più soldi per i loro amici a quattro zampe. Se guardiamo in altre parti del mondo, il quadro è lo stesso».
L’industria, a livello globale, è cresciuta del 70% nell’ultimo decennio. L’esperto spiega che oggi, il mercato che ruota intorno alla cura degli animali domestici è stimato in 232 miliardi di dollari, e si prevede che entro il 2027 salirà a 350 miliardi di dollari». Vi è quindi ottimismo nell’aria, considerato che nemmeno una pandemia globale è riuscita a fermare la crescita di questa industria. Anzi.
Anche gli analisti di Allianz Global Investors, segnalano un trend di crescita importante a livello globale con un tasso superiore rispetto a quello dell’economia generale. Per questo, dicono, il momento per guardare a questo ambito è quello giusto. «Nei Paesi occidentali la popolazione invecchia e i giovani, i Millennial, stanno crescendo con aspirazioni diverse rispetto a quelle dei loro genitori, mentre nei Paesi emergenti si sta sviluppando una nuova classe media – rilevano gli esperti di Allianz GS -. Questi fattori concorrono direttamente allo sviluppo della “pet economy”, anche se il collegamento potrebbe a prima vista non essere evidente. Il tasso di crescita previsto è ben superiore a quello del Pil, e investire in questo nuovo settore economico rappresenta uno dei modi migliori e più diretti per trarre vantaggio dai profondi mutamenti in corso».
Dove guardare? Gli analisti di eToro hanno fatto un’accurata cernita, individuando società e imprese che oltre a fare bene ai nostri animali possono mettere a segno performance finanziarie importanti. Nel contesto di eToro, questa attenta selezione è visibile, e soprattutto copiabile, all’interno della piattaforma grazie ai CopyPortfolio: portafogli definiti sulla base di un tema di lungo periodo, pensati dagli analisti di eToro e ricalibrati sistematicamente. Tra le società c’è il rivenditore di cibo per animali online Chewy (+200% in un anno). Nell’elenco c’è anche Freshpet, specializzata in mangimi freschi di alta qualità (+140% in un anno). Mentre le aziende sanitarie specializzate in animali come Elanco Animal Health e Zoetis hanno creato un business specializzato nella produzione di medicinali, vaccinazioni e prodotti diagnostici ad hoc per animali domestici. Questi titoli hanno dato un ritorno relativamente minore e positivo agli azionisti nell’ultimo anno.
La lista di aziende che operano in questo panorama è lunga. Tra i nomi europei si mette in evidenza la tedesca Zooplus, leader in Europa nel cibo per animali. Nell’ultimo anno ha guadagnato il 134%. In questo comprato operano anche grandi nomi come per esempio Nestlè che con il cibo per gli amici animali realizza circa l’11% dell’intero giro d’affari (nell’ultimo anno il titolo è salito del 9%, appena).
Una strada per guardare alla pet economy è offerta anche dai fondi comuni d’investimento come per esempio l’Allianz Pet and Animal Wellbeing IT EU (da inizio anno è in avanti del 10%), oppure dagli etf con ad esempio il ProShares Pet Care etf che in un anno ha guadagnato il 60%.