Luisa Grion. L’aumento delle tasse, questa volta quelle locali, ha annullato l’effetto bonus: gli 80 euro sono stati assorbiti dagli aumenti dell’Iva, delle accise su gasolio e benzina, e soprattutto dalle addizionali Irpef. E’ la conclusione cui arriva uno studio della Cisl sui redditi del 2013 e il fisco: il tanto atteso rilancio dei consumi e dell’economia non c’è stato. Al contrario per coprire la spesa, fra il 2010 e il 2014, le famiglie hanno eroso i risparmi.
In termini reali il reddito è sceso del 4,19 per cento, i consumi dell’11, la pressione fiscale – nonostante la diminuzione dell’Irpef di due punti grazie al- le detrazioni – è invece passata dal 30,8 al 31,4 per cento. Merito delle addizionali ma anche del «costoso» passaggio fra Imu e Tasi sulla casa di proprietà.
In un contesto del genere, conclude la Cisl, il bonus non poteva che fallire l’obiettivo che si era prefissato. Ne hanno beneficiano 8,6 milioni di famiglie italiane, circa un terzo del totale, per un importo medio di 683 euro. La misura, sostiene il sindacato guidato da Anna Maria Furlan, «ha determinato una redistribuzione a favore delle famiglie dei lavoratori dipendenti a scapito di pensionati, lavoratori autonomi e, in generale, dei contribuenti a bassissimo reddito ». La politica fiscale, conclude lo studio, è da cambiare, a partire dal rapporto fra fisco locale e nazionale: i decreti attuativi prevedevano che all’aumentare del primo il secondo dovessero diminuire, così non è stato e – dice la Cisl – è da lì che bisogna partire.
Il sindacato ha una sua idea sulla riforma da fare e la presenterà nei prossimi mesi nelle fab- briche e nelle piazze. «Occorre tagliare gli sprechi nelle diecimila società dei servizi pubblici locali che spesso hanno bilanci in rosso e nemmeno erogano prestazioni – ha detto la Furlan e bisogna fare in modo che chi più ha più paghi». La Cisl non vuole evocare il termine «patrimoniale », ma precisa che «bisogna intervenire sulle transazioni finanziarie e sulle grandi ricchezze, a partire dalla casa, dove va in introdotta una tassazione progressiva: non ci rivolgiamo a chi ha un appartamento di proprietà e una casetta in campagna, ma i grandi patrimoni immobiliari – e ce ne sono tanti devono pagare di più».
Repubblica – 18 novembre 2014