Marco Bonet. «Sui disabili e sul sociale è vero, si dovrebbe investire di più. Ne abbiamo parlato anche in giunta e credo che nel bilancio alcuni segnali ci siano, anche se ovviamente sarà poi il consiglio ad avere l’ultima parola». Nel discorso che ieri ha aperto i lavori sul bilancio a Palazzo Ferro Fini, il governatore Luca Zaia concede all’opposizione di aver colto nel segno: «Hanno posto correttamente la questione e in qualche modo, quando propongono di ovviare al problema introducendo l’addizionale Irpef, ammettono che stiamo governando tra mille difficoltà e che non esistono più margini per razionalizzare ulteriormente la spesa. Abbiamo raschiato il fondo del barile».
Se la diagnosi è la stessa, altrettanto non può dirsi però della cura individuata dai due schieramenti. Pd e Mdp sostengono infatti la necessità di ripristinare l’addizionale Irpef per i redditi più alti (i dem propongono l’1,38% oltre i 75 mila euro) e al loro fianco si schierano il segretario della Cisl Onofrio Rota («Un abbassamento dei livelli di protezione sociale dei cittadini in condizioni di fragilità è inaccettabile») e il presidente dell’Uripa – l’associazione delle case di riposo – Roberto Volpe: «I veneti sarebbero orgogliosi di contribuire per i loro figli, i disabili, gli anziani e i poveri». Zaia, invece, sul punto è categorico: «Siamo e resteremo una Regione Tax Free , anche se questo ci costa 1 miliardo e 153 milioni l’anno. È una scelta strategica, perché pensiamo che faccia bene alla nostra economia lasciare alle famiglie maggior capacità di spesa; è una scelta “morale”, perché non trovo giusto che a pagare il conto sia sempre chi guadagna di più, come i nostri imprenditori che danno lavoro a tante persone; ed è anche una scelta politica, perché abbiamo appena iniziato la battaglia per l’autonomia e mi pare un errore cedere anzitempo, rimettendo le mani nelle tasche dei veneti».
Una posizione condivisa dal vicepresidente con delega al Bilancio Gianluca Forcolin e dagli alleati (da Forza Italia a Siamo Veneto), anche se nella Lega c’è chi ammette che con le ristrettezze del bilancio attuale è oramai impossibile fare politica, si stanno penalizzando il welfare – per l’appunto – e pure gli investimenti. E difatti Zaia non chiude del tutto la porta: «Detto che per mettere l’addizionale abbiamo tempo fino a novembre 2018, se si va avanti così il problema si riproporrà a chiunque si farà avanti per governare nel 2020. La situazione ormai è insostenibile, con la spesa libera precipitata dai 491 milioni del 2010 ai 60 milioni di oggi». Grazie anche ai denari derivanti dal piano di vendita degli immobili (incasso 15 milioni) e dal dimezzamento del debito – con relativi interessi – da 2 a 1 miliardo, saranno destinati 31 milioni alle scuole paritarie, 21 milioni ai forestali e 26 milioni alla formazione. I fondi Ue saranno cofinanziati con 430 milioni.
Per il resto, i margini di discussione in aula sono risicatissimi: la manovra emendativa della minoranza, se non passa l’addizionale (che per legge potrebbe arrivare ad un incasso massimo di 73 milioni), di fatto viene meno per mancanza di coperture. Quanto alla maggioranza, Forcolin sposterà 3 milioni sulla gestione dell’emergenza Pfas (ieri i comitati e Greenpeace hanno tentato di irrompere in aula), 1 milione andrà ai consorzi di bonifica per la lotta alla siccità, un altro milione è destinato alla formazione (specie nel settore degli operatori socio sanitari) e 300 mila euro saranno stanziati per le famiglie in difficoltà perché coinvolte nel crack delle banche popolari (dopo che già 500 mila euro sono stati dati alle associazioni dei risparmiatori). Tant’è, oggi si ricomincia, sul tavolo ci sono 188 emendamenti al Defr e 120 al Bilancio.
Il Corriere del Veneto – 7 dicembre 2017