«Alcune pratiche, profondamente radicate nella mentalità italiana», come «l’evasione fiscale» o «il nepotismo», «non sono degne di un Paese sviluppato membro del G7 e che è la seconda potenza industriale d’Europa». Lo ha detto il premier, Mario Monti, in un’intervista al trimestrale francese, “Politique Internationale”.
«Spero di aver contribuito a rendere gli italiani meno tolleranti rispetto agli abusi di potere e alla corruzione, e più rispettosi nei confronti dei loro doveri civici, a partire da quello che consiste nel pagare le tasse», prosegue Monti nell’intervista, che è stata rilasciata più di un mese fa al trimestrale francese. Monti torna anche sulla necessità di una continuità sul fronte delle riforme. Sarà «difficile tornare indietro» e «sono rassicurato dal fatto che un gran numero di responsabili politici si sia impegnato a continuare su questa strada virtuosa». Anche perché «queste riforme godono del sostegno» degli italiani che «si rendono conto che in passato, non sono state fatte sempre le scelte giuste e che questi sacrifici sono necessari per creare occupazione a beneficio delle generazioni presenti e future». Alla richiesta dell’intervistatore di chiarire le parole pronunciate a New York il 27 settembre , pochi giorni prima dell’intervista (il premier aveva detto che in «circostanze speciali» avrebbe potuto valutare l’ipotesi di un bis a Palazzo Chigi), Monti ha risposto: «Ciò che ho detto di recente è che, nell’ipotesi in cui risultasse impossibile costituire una maggioranza, io ci sarò. E se sarà necessario continuerò». Ma, ha proseguito, «come ho detto molte volte l’Italia deve ritrovare la via di un processo democratico normale e non c’è alcun motivo per cui questo scrutinio non consenta di esprimere una maggioranza in grado di governare». Alla domanda su come veda l’Italia tra dieci anni, Monti ha risposto: «Sono ottimista. Le azioni intraprese proseguiranno e continueranno a portare i loro frutti». Gli italiani – ha detto ancora il premier – si rendono conto che chi evade il fisco è un ladro. Ruba nelle tasche dei cittadini onesti, che sono costretti a pagare di più. Hanno capito che queste abitudini macchiano la reputazione del Paese». In mattinata, in un intervento telefonico al convegno «La società civile si incontra e propone» il premier aveva espresso invece un monito ai partiti. «Chi mi succederà dovrà seguire la strada del rigore», della crescita e dell’equità sociale percorsa dal Governo tecnico. Monti ha chiesto «meno attenzione a leadership e organigrammi» e maggiore attenzione «ai contenuti». Produttività: spero in un risultato unitario e importante Il capo del Governo ha auspicato «nei prossimi giorni un risultato, spero unitario e importante, del negoziato tra le parti sociali per accrescere la produttività». Monti ha aggiunto che «il governo si è dichiarato pronto, pur con risorse finanziarie estremamente scarse come é noto, a appoggiare finanziariamente una trasformazione degli istituti contrattuali in modo da favorire maggiormente la produttività e quindi la competitività del Paese». Su questo punto è intervenuto in mattinata dal Forum dei Giovani di Confcommercio, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. «Sono convinto che non si firma e sono disinteressato perché comunque questo accordo non cambia niente. Sono indifferente, che si faccia o non si faccia è uguale», ha detto Angeletti. Ai cronisti che gli chiedevano una previsione per l’incontro di lunedì tra imprese e sindacato, Angeletti ha risposto: «Vediamo, la trattativa è stata fatta, il testo è lo stesso che avevamo scritto con Cgil, Cisl e Confindustria, dunque non cambia nulla». «Il merito non conta nulla, serve a farci dare i soldi dal governo ma ci credo poco», ha concluso. La lotta all’evasione ha disturbato alcuni Fermo restando «la strettoia formidabile che ci ha imposto di dare la primazia al rigore», «crediamo di avere introdotto elementi di equità che hanno molto disturbato alcuni segmenti della società civile». Il premier ha rivendicato l’impegno nella «lotta all’evasione, fortemente intensificata e a volte condotta necessariamente con una certa durezza. Penso che sia una componente essenziale per dare un senso di rispetto da parte di ciascuno di noi nei confronti dei suoi concittadini e dello Stato, e viceversa». Agli italiani si può dire la verità L’esperienza di questo anno di governo, ha detto Monti, ha dimostrato che «non è impossibile cercare di dire la verità agli italiani», «anziché essere partecipi di un grande processo collettivo di elusione dei problemi». Di fronte alla crisi sforzo collettivo senza precedenti «Per sua dimensione – ha detto il premier – l’Italia se non fosse riuscita a raggiungere questo risultato, avrebbe cambiato lo scenario dell’Eurozona. È riuscito a compiere uno sforzo collettivo che non ricordo prima nella storia repubblicana». Poteri pubblici forti per evitare abusi nel mercato «Non possiamo dire che la nostra sia veramente un’economia di mercato», ha detto Monti nel corso del collegamento telefonico, sottolineando l’importanza di aumentare la concorrenza e la liberalizzazione. «Bisogna guardarsi dai ritorni indietro. Alcuni dicono che c’è troppa economia di mercato, questa non è la mia convinzione». Ma a fronte di questo, ammonisce Monti, servono «poteri pubblici forti, perché non ci siano abusi nel mercato». Insistere per realizzare il patto sulla crescita Ue «La crescita – ha sottolineato Monti – è stata troppo trascurata nelle politiche dell’Unione europea», poi è arrivato il patto per la crescita di giugno, ma «bisognerà vigilare ed essere insistenti perché le iniziative vengano realizzate».
ilsole24ore.com – 11 novembre 2012