Quattro associazioni di consumatori italiane hanno prelevato campioni in punti di vendita in varie regioni e li hanno spediti a un laboratorio tedesco: I valori per i metalli pesanti e le diossine sono risultati in norma, almeno 5 volte inferiori alla soglia di legge
Assolta per non aver commesso il fatto. E’ la sentenza sulla mozzarella di bufala campana dop emessa da quattro associazioni di consumatori (Federconsumatori, Unione nazionale dei consumatori, Codici, Adusbef) dopo l’analisi di campioni prelevati casualmente in punti vendita in vare regioni e spediti a un laboratorio tedesco (Tuv Sud Gmbh di Siegen). I valori per i metalli pesanti e le diossine sono risultati in norma, almeno 5 volte inferiori alla soglia di legge.
L’iniziativa è stata presa dal Consorzio di tutela mozzarella di bufala campana dop dopo il crollo del 30 per cento delle vendite derivante dai timori per il disastro della Terra dei fuochi, l’area tra il Casertano e il Napoletano devastata per decenni dalle ecomafie specializzate nel traffico di rifiuti pericolosi. “Noi non diciamo che il problema della Terra dei fuochi non esiste, diciamo che si tratta di 840 ettari su 500 mila ettari di superficie agricola utilizzabile in Campania e che il nostro prodotto non ha niente a che vedere con quel territorio: acqua, mangime e foraggi sono certificati, sappiamo perfettamente che vengono da posti sicuri”, afferma Antonio Lucisano, direttore del Consorzio della mozzarella campana dop.
“Abbiamo comprato in modo casuale 20 mozzarelle con marchio dop in altrettanti punti di vendita e le abbiamo sottoposte a un’analisi molto complessa”, aggiunge Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori. “Forniamo questa informazione ai consumatori perché orientino le loro scelte: la vendita di mozzarella sfusa, senza marchio di garanzia, non solo non offre le necessarie tutele ma è vietata. Per fare una battaglia efficace contro le ecomafie bisogna saper distinguere tra rischi veri e rischi falsi, altrimenti si fa crollare il sistema della produzione di qualità allargando il potere delle strutture illegali”.
Solo il consorzio della mozzarella di bufala campana dop ha un fatturato di 500 milioni di euro l’anno e dà lavoro a 15 mila persone. E ad essere colpito dalle polemiche indiscriminate è un sistema agroalimentare regionale che vale 5 miliardi di euro. Dieci giorni fa il decreto governativo sulla Terra dei fuochi ha deciso la mappatura dei terreni agricoli inquinati dalle discariche pirata e la possibilità di condannare fino a 5 anni di carcere chi brucia rifiuti abbandonati. Ma, avendo perso anni prima di organizzare una risposta, ora la partita per la sopravvivenza di questo segmento importante dell’export italiano si gioca sul filo dei giorni.
Repubblica – 14 dicembre 2013