Mauro Giacon. «Ci vorrebbe un Finco in ogni Ulss». Alessandro Bolis, Udc, sindaco di Carmignano di Brenta e presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 15 Alta padovana, non si nasconde di certo. «Mi chiedo con che criterio si vuole dare una doppia Ulss a Vicenza e Bassano. Forse perché il capogruppo della Lega in consiglio regionale è proprio di Bassano?»
«Ma i due assessori leghisti dell’Alta padovana Marcato e Pan dove sono finiti? E la politica del presidente Zaia per i territori quanto sta confliggendo con il “canguro” che ha fatto piazza pulita di centinaia di emendamenti, creando una riforma anti-territorio?».
Bolis sta giocando la sua partita. Punta sulla politica perché sa che i numeri lo penalizzerebbero. L’Ulss 15 che comprende Cittadella e il camposampierese, 28 comuni, 258mila abitanti, 2.700 dipendenti, ma soprattutto qualità da primato assoluto e bilanci a posto (+ 1 milione di euro) rischia di liquefarsi nell’Ulss unica “Euganea”. Che prevede la fusione con l’Ulss 16, 49 comuni fra cui Padova ma un bilancio con 24 milioni di rosso e l’Ulss 17 della Bassa che da quando ha ereditato il nuovo ospedale di Schiavonia è passata in un anno da meno 141 mila euro a meno 24,5 milioni di deficit.
«Dunque è chiaro che non arriverà più un euro per i nostri ospedali che pure hanno un rapporto tra flussi di attrazione e fuga fra i migliori». Insomma un conto è tirare una linea che ad oggi vede in bozza 7 Ulss, una per provincia più le due di Bassano e Veneto Orientale – ma se ne riparlerà mercoledì in consiglio regionale con l’ipotesi di altre 2 Ulss sperimentali per Padova e Verona allargando l’ambito delle Aziende ospedaliere – un altro «rappresentare le esigenze specifiche dei territori». E Padova che in potenza diventerebbe la più grande del Veneto, con 935mila abitanti, subisce diverse spinte centrifughe. Nella primavera scorsa una lettera inviata in Regione dal presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 17 Bassa padovana, il sindaco di Monselice Francesco Lunghi (Fi) indicava chiaramente la strada della fusione con Rovigo, per non rimanere stritolati da Padova e dall’Alta. Rappresentava 46 comuni che chiedevano autonomia e ogni giorno che passa le spinte centrifughe aumenteranno. «In più senza l’attualizzazione delle schede ospedaliere rischiamo di vedere più di qualche reparto chiuso. In Quinta Commissione è stato approvato in via definitiva il trasloco dello Iov a Castelfranco, chiediamo che la stessa cosa sia fatta per il Cto di Camposampiero modificando subito la programmazione» chiude Bolis. A dargli man forte interviene il senatore Antonio De Poli (altro Udc). «Lanciamo l’Ulss Alta Padovana, è doveroso tutelare un modello di eccellenza riconosciuto in tutta Italia. E mi chiedo perché a Padova che è la provincia più popolosa della regione non si dia il giusto riconoscimento. L’Ulss 15 è la più virtuosa in Italia stando a un’indagine del Ministero della Salute. È ora che a Padova, anziché dividersi, si faccia squadra tra le varie forze politiche sia di maggioranza che di opposizione».
Il Gazzettino di Padova – 24 settembre 2016