Paolo Russo, la Stampa. Pierino Di Silverio, leader dell’Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri, rimanda al mittente le proposte del governo sulle pensioni e spiega perché lo sciopero del 5 dicembre sarà confermato.
L’alleggerimento del taglio alle pensioni non basta?
«Assolutamente no e confermiamo lo sciopero del 5 dicembre per due motivi. Il primo è che resta comunque una penalizzazione dei trattamenti pensionistici che interviene retroattivamente sui diritti acquisiti. Il secondo è che in manovra non c’è traccia delle promesse su defiscalizzazione, rinnovo contrattuale e finanziamento della sanità pubblica».
Meloni e Giorgetti sostengono che le aliquote di calcolo delle vostre pensioni sono un privilegio rispetto a quelle degli altri lavoratori. Come replica?
«I dati Ocse dicono che siamo vittime di un sistema fiscale e pensionistico tra i peggiori d’Europa. Paghiamo più tasse di altri Paesi Ue e prendiamo un assegno pensionistico che, come per gli altri lavoratori, è nettamente inferiore alla nostra retribuzione, che è già tra le più basse dell’Occidente».
Il rischio di fuga dei medici è scongiurato con il salvataggio delle pensioni di vecchiaia?
«Per niente. Il problema non è solo di chi va in pensione ora ma di coloro che la matureranno negli anni e che verranno taglieggiati. C’è una platea di circa 18mila medici tra i 62 e i 66 anni che potrebbero avere raggiunto i criteri per il pensionamento anticipato con quota 103. Se solo una minima parte di loro decidesse di lasciare per evitare di subire il taglio pieno della pensione sarebbe un disastro per la sopravvivenza del nostro Ssn».
Oltre che le misure sulle pensioni cos’altro vi ha spinto allo sciopero?
«Avevamo chiesto quello che il Presidente del Consiglio, il Capo dello Stato e finanche il Papa avevano detto fosse necessario, ossia rendere più appetibile la nostra professione. Invece, di fronte alla nostra richiesta di detassare il lavoro ordinario dei medici hanno tagliato le tasse a baristi e camerieri. Abbiamo chiesto di investire sul nostro lavoro ordinario e invece ci chiedono di abbattere le liste di attesa facendo altri straordinari oltre quelli che già facciamo per coprire i buchi in organico. Chiedevamo più risorse per la Sanità pubblica e hanno dato 600milioni in più al privato convenzionato. Abbiano chiesto il rinnovo del contratto e hanno stanziato una somma che va divisa anche con gli altri professionisti del comparto e i medici convenzionati, tanto che alla fine saremo di 10 punti sotto l’inflazione di questi anni. Lo dico chiaramente: anche se ritirassero del tutto la norma sulle pensioni sciopereremmo lo stesso».
Cosa chiedete per scongiurare lo sciopero?
«La defiscalizzazione della parte ordinaria dello stipendio, l’aumento delle risorse per il rinnovo contrattuale e per la sanità pubblica. E poi vorremmo sapere che fine ha fatto il provvedimento di depenalizzazione dell’atto medico che ci avevano promesso. Vedo invece una proposta della Lega che inasprisce le pene a nostro carico fino al carcere. Poi si stupiscono che i medici fuggano via». —