Il passaggio di consegne tra Renato Balduzzi e Beatrice Lorenzin è appena avvenuto e subito i sindacati medici fanno sentire la propria voce.
Ha cominciato la Cisl medici: il segretario Biagio Papotto, congratulandosi con la neoministra della Salute, si è detto convinto che Lorenzin convocherà a breve le organizzazioni dei camici bianchi «per poter affrontare con spirito di collaborazione i cogenti problemi ancora sul tappeto, particolarmente urgenti quelli relativi al precariato medico, agli standard assistenziali e alla copertura assicurativa dell’atto medico». Scontato l’augurio di buon lavoro «in un momento particolarmente complesso, dove è necessario l’apporto costruttivo e collaborativo da parte di tutti i soggetti protagonisti della sanità italiana e in particolare da parte dei medici».
Dura la lettera scritta dal presidente Cimo Riccardo Cassi. «Mi auguro – si legge – che il Governo di cui lei fa parte sia un Governo in grado di attuare le riforme necessarie a dare stabilità istituzionale ed economica al Paese. Le chiedo che il tema cruciale della sostenibilità del Ssn venga affrontato rapidamente e in modo concreto, non certo fondandosi su ticket e nuove tasse, che andrebbero a colpire i soliti noti e non inciderebbero sul controllo della spesa. Occorre invece combattere con forza gli sprechi e il malaffare, riorganizzare seriamente la rete ospedaliera e territoriale e modificare la governance del sistema, a cominciare dal modello “aziendale” e dal ruolo dei medici». Cassi parla di «situazione degenerata», che rende urgente «abbandonare i vecchi schemi ideologici, diventati fallimentari e trovare una soluzione alla questione della responsabilità professionale: noi medici non possiamo più tollerare inutili denunce che costringono la categoria alla medicina difensiva con costi sempre più elevatii. E non ultimo risolvere ii problemi relativi alla libera professione intramoenia, che anche gli ultimi provvedimenti hanno lasciato insoluti. So che non sarà facile – conclude Cassi – ma credo che sia l’unica maniera per fermare il declino del Ssn».
I medici di famiglia dello Snami, dal canto loro, auspicano che cada «nel dimenticatoio» la politica «di tagli e ridimensionamenti mascherati da una presunta innovazione portata avanti dal ministro Balduzzi, sentendo solo i pareri di poche sigle sindacali, incurante delle proteste di tutti gli altri sindacati, delle Regioni e delle associazioni dei cittadini». Il presidente, Angelo Testa, ricorda al neoministro che i medici Snami si batteranno perché venga abrogara la legge Balduzzi:«Non si può sconvolgere la sanità pensando che senza soldi si tenti, con l’imposizione, di realizzare progetti faraonici finendo per demolire ciò che di buono esiste già e che funziona grazie al lavoro quotidiano dei medici e al loro senso di responsabilità. Il nostro sindacato ha sempre denunciato i tentativi di delegittimazione della sanità pubblica con la più o meno velata intenzione di dare spazio alle assicurazioni private, come ha denunciato pure la malapolitica che si è impossessata della sanità trasformandola nella propria riserva di caccia di consensi e clientele». Testa richiama una dichiarazione di Lorenzin a Ballarò dell’8 gennaio scorso («L’abuso della politica nelle scelte mediche ha procurato non pochi danni») e dice di prenderla in parola: «Su questa strada troverà la nostra collaborazione per cambiare metodo perché la categoria medica non può continuare a sopportare lo scempio del sistema sanitario nazionale finora fatto».
Il Sole 24 Ore sanità – 30 aprile 2013