I sindacati della Pa parlano di «piccoli passi». I loro cuori non si scaldano di fronte al pacchetto per la Pubblica amministrazione uscito da Palazzo Chigi. E anche all’interno del Pdl c’è chi, come il capogruppo dei deputati Renato Brunetta, non nasconde un certo nervosismo nei confronti di alcune delle misure approvate.
«Un governo si misura dai suoi comportamenti e dalla sua credibilità e serietà. Per esempio non mi sembra molto serio assumere 120 persone per non perdere i soldi dei fondi europei, quando ci sono agenzie già esistenti con 3-400 persone già pagate che potrebbero farlo, su questo darò battaglia in Parlamento » dice Brunetta a Radio Anch’io riferendosi alla nascita dell’Agenzia per la coesione. Il pacchetto sulla Pubblica amministrazione «va nella giusta direzione » se si parla di tagli alle auto blu e alle consulenze, ma resta da perfezionare la questione che tocca i lavoratori atipici: «Non sono soddisfatto — aggiunge — avrei preferito concorsi, concorsi, concorsi». E non «concorsi riservati» che dovrebbero facilitare l’ingresso dei precari storici nella Pa, «anche perché — conclude — ad oggi non si sa nemmeno quanti questi siano ».
Il bicchiere sembrerebbe mezzo vuoto anche se visto dalla prospettiva dei sindacati che avrebbero preferito scelte più decise e efficaci in tema di assunzioni: «I testi approvati ieri sono un atto non risolutivo, siamo di fronte ad un piccolo passo in avanti» dicono Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa. Le tre sigle con una nota congiunta smorzano la soddisfazione espressa dal governo dopo l’ok al decreto che prevede meccanismi di stabilizzazione tramite concorso per i precari della Pa.
Il decreto da solo «non basta», spiegano, e prima di dare luce verde alle norme il sindacato attende una convocazione da parte del governo «per poter discutere nel dettaglio le prossime iniziative su questo fronte e trovare strumenti che garantiscano l’occupazione degli oltre 150mila precari». I dubbi di Cgil, Cisl e Uil si concentrano in particolaresul numero effettivo di precari “arruolati” in via definitiva dalla Pubblica amministrazione, che potrebbero non superare la quota di un terzo del totale. Per questo i sindacati dicono «no» a quelli che definiscono «proclami seducenti ma effimeri».
Il governo Letta e il ministro della Pa Gianpiero D’Alia – sottolineano in maniera unitaria i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl- Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa – «dovranno dimostrare con i fatti la veridicità degli impegni presi. Senza risorse, con gli attuali vincoli di bilancio e il blocco del turn-over intatti, i risultati rischiano di essere molto deludenti». Il rischio è quello di «creare aspettative per poi disattenderle, come già successo in passato». E di conseguenza il sindacato punta ad ottenere una soluzione definitiva per tutti i 150 mila precari.
Repubblica – 28 agosto 2013