La peste suina africana (ASF) continua a colpire gli allevamenti suini di Estonia, Lettonia e Lituania, nonostante gli sforzi fatti dalle autorità locali per contenere la diffusione della malattia. Secondo il Servizio veterinario russo Rosselkhoznadzor, la lotta contro l’ASF nei paesi baltici è insufficiente e costituisce una minaccia per la Russia e per i paesi dell’Europa centrale.
Diversi nuovi focolai della malattia sono stati scoperti di recente in Lituania, e studi di laboratorio hanno confermato la presenza del virus in popolaziono di cinghiali nei Comuni Skapishkisa, Shimonyay e Kupiškis.
“L’ASF si è recentemente diffusa nella parte centrale della Lituania, dove si trovano i grandi allevamenti di maiali. E’ possibile che la Lituania chiederà all’Unione europea di espandere i confini della zona cuscinetto” ha dichiarato Jonas Milius, capo di Stato del servizio alimentare e veterinario della Lituania (FVS). Secondo Milius il virus si sta anche diffondendo alla vicina Bielorussia. “L’incerta situazione con l’ASF nella vicina Bielorussia complica eventuali previsioni su quanto tempo ci vorra per arginare la diffusione del virus, quindi dobbiamo imparare a convivere con questa malattia”, ha aggiunto.
Dall’inizio dell’anno, sono stati 37 i casi ASF segnalati tra i cinghiali e in sei allevamenti di suini della Lituania; questo ha costretto le autorità ad abbattere 19.000 maiali. Nel mese di dicembre, la Commissione europea aveva stanziato un ulteriore sostegno per il Paese pari a 2 milioni di euro, a seguito del peggioramento della situazione. “Questo aiuto è un caso senza precedenti. Un’eccezione fatta per la Lituania dato che l’ASF ha influenzato non solo il nostro paese: siamo, infatti, una zona cuscinetto che protegge tutta l’Europa” ha detto il ministro dell’agricoltura lituano Virginia Baltraytene.
In Lettonia ed Estonia l’ASF rimane sotto controllo. Il 1 gennaio 2015, la Lettonia ha annullato lo stato di emergenza introdotta in oltre 40 territori amministrativi del paese nei mesi di luglio e settembre. Tuttavia, a dicembre erano stati confermati diversi nuovi focolai della malattia tra i cinghiali, di cui due in nuovi distretti municipali. Inoltre, nel mese di dicembre sono stati segnalati tracce di ASF in prodotti readytocook importati in Bielorussia dalla Lettonia. E casi analoghi erano stati precedentemente rivelati in Russia. Il Rosselkhoznadzor sospettava che questi prodotti fossero stati realizzati con materie prime importate in Bielorussia da uno degli Stati baltici.
“Nonostante la diminuzione del numero di focolai di ASF, c’è ancora il rischio di un’ulteriore diffusione della malattia attraverso i prodotti importati illegalmente” ha detto Anna Joffe, rappresentante del servizio alimentare e veterinario della Lettonia. L’ultimo focolaio di ASF è stato scoperto il 17 settembre in un allevamento di suini del paese, e complessivamente nel 2014, sono stati rivelati nelle aziende agricole del paese 32 focolai della malattia.
Nel 2014 l’Estonia ha affrontato solo 7 focolai di ASF. tutti tra le popolazioni di cinghiali. Il paese teme ancora una ulteriore diffusione della malattia e sta considerando un abbattimento della popolazione di cinghiali.
“Un gran numero di cinghiali, di fatto fuori controllo, è un problema con cui abbiamo a che fare sia noi che molti altri paesi europei” ha detto Peep Männil, capo del Dipartimento per il controllo della fauna selvatica presso il Ministero dell’Ambiente dell’Estonia. Tuttavia, gli esperti hanno notato che, da ottobre, la diffusione dell’ASF è diminuita dato che la malattia è più debole nella stagione fredda. Ma da primavera sono possibili altri grandi epidemie e un aumento della diffusione della malattia.
Fonte Meat Global News – 12 gennaio 2015