Diabete, malattie cerebrovascolari, infarto miocardico: «Nei Comuni dove la falda è inquinata da Pfas i decessi per queste patologie sono superiori alla media con percentuali dal 10 al 20%». L’allarme viene dall’Isde, società internazionale di medici per l’ambiente presieduta in provincia da Vincenzo Cordiano: «La Regione si è concentrata sui tumori, e solo sui numeri di un anno. L’analisi su 30 anni dà risultati diversi» osserva il medico, che ieri nella sede dell’Ordine professionale di Vicenza ha riunito specialisti ed esperti per la prima «Giornata medica vicentina su inquinamento e danni alla salute».
Venerdì la Regione Veneto ha diffuso un approfondimento d’analisi su dati del registro tumori regionale, relativi al 2013, per l’area – circa 180 chilometri quadrati – interessata dall’inquinamento dai composti perfluoroalchilici. E dallo studio non emerge nulla di cui sembra ci si debba preoccupare: nella zona vicentino-veronese-padovana in oggetto, secondo il Registro tumori regionale, le varie forme tumorali che si ipotizza siano legate ai Pfas sono in percentuali più basse della media. «Ma analisi di questo tipo non possono prendere in considerazione solo un periodo di un anno, per un campione di popolazione del genere – è l’obiezione di Paolo Crosignani, già responsabile del registro tumori dell’Istituto nazionale tumori di Milano – in epidemiologia è sufficiente lavorare male per non trovare niente. E ci sono delle stranezze, come gli aumenti dal 10 al 20 per cento di morti per patologie legate al sistema endocrino». Un altro dei relatori, il legale di Medicina Democratica Edoardo Bortolotto, ha puntato l’indice sull’industria chimica Miteni di Trissino, indicata nel 2013 da Arpav come origine dell’inquinamento: «Non si capisce perché la Regione o altri enti pubblici non abbiano emesso formalmente un “ordine di bonifica” a carico dell’azienda, è tutto lasciato alla volontarietà» dichiara il legale. L’Isde sta elaborando uno studio sulla mortalità degli ultimi tre decenni, nell’area interessata. Ieri Bortolotto e Cordiano ne hanno anticipato alcuni risultati: a seconda che si parli di uomini o donne i decessi da diabete vanno dal 14 al 30 per cento in più. «Del resto anche lo studio della Regione conferma la maggiore incidenza di diabete e altre patologie legate al sistema endocrino – sottolinea Cordiano – per quanto riguarda i tumori, analizzeremo a fondo l’indagine regionale. Ma secondo me l’equipe del registro tumori regionale dovrebbe prendere in considerazione anche le forme tumorali che emergono dalle analisi del sangue, non solo i test istologici: potrebbero esserci sorprese».
Andrea Alba – Il Corriere Veneto – 30 ottobre 2016