Per il ministro Renato Brunetta un nuovo intervento sul sistema pensionistico sarebbe «una grande occasione da non perdere». Ma la sollecitazione del titolare della Pubblica amministrazione, che trova sponde in una parte della maggioranza e nell’Udc, in linea con le richieste di Confindustria, incontra invece la freddezza della Lega.
Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, è netto. «Siamo intervenuti troppe volte sulle pensioni e l’unica cosa che non si può fare è mettere in discussione un diritto acquisito».
I diritti, insomma, non si toccano. Ed è più o meno questo il refrain che percorre gli oltre novanta commenti giunti sul sito del Sole-24 Ore. Tanto più, osservano molti lettori, che ogniqualvolta è necessario recuperare risorse si pesca nei già magri stipendi dei cittadini, anziché intaccare i privilegi della politica. «Un sistema pensionistico – scrive Olbres0 – è equo e sostenibile se e solo se garantisce a tutti una pensione adeguata al costo della vita. Le riforme esaltate dal ministro daranno a molti futuri pensionati soltanto 400 euro mensili». Si agisca semmai, è il consiglio, «sulle pensioni d’oro e su quelle privilegiate di cui godono alcune speciali categorie come quelle dei politici». Analogo suggerimento arriva da Customm56. «Se si vuole fare una riforma seria mettete un tetto alle pensioni, quelle sopra i 40mila euro e/o le casse di categoria e lasciate stare i poveracci che prenderanno 1500-2000 euro al mese».
Sul sito trovano spazio anche storie difficili. «Licenziata per crisi nel 2009, disoccupata perché lavoro non se ne trova – racconta Fiorenza53 – con il Tfr sto versando da due anni i contributi per arrivare a 40 anni di anzianità (novembre 2011). Poi dovrò attendere un altro anno per la finestra pensionistica sempre da disoccupata. Ora c’è chi parla nuovamente di mettere mano alle pensioni. Cosa mi dovrò aspettare?». Molti lettori lamentano insomma lo scollamento tra il palazzo e la società civile. Come Andream4.«Una donna che dovrebbe lavorare fino a 65 anni ok, ma dipende da quale lavoro». Perché, chiarisce, «un conto è stare in ufficio», altra cosa «è lavorare in catena. Date la possibilità a chi vuole proseguire il lavoro di stare anche fino a 70 anni e lasciate la regolamentazione attuale per chi, magari stanco di spezzarsi la schiena su una macchina infernale, vuole fermarsi».
In tanti, poi, attaccano i politici. «Ma perché non pensa alla riforma della sua pensione e del suo stipendio – si sfoga Cmaura – che noi continuiamo indefessamente a pagare? Personalmente non sarò in grado di fare a 70 anni quello che faccio ora; per favore lasciateci almeno le pensioni di anzianità». M.magispinetti la mette invece giù così. «La previdenza fa parte di un progetto di vita e non si tocca con interventi d’emergenza sull’onda di interessi politici contrapposti». Perché, come osserva Giovine30, «le anomalie sono le disparità di trattamento fra la casta e il popolo che lavora e fa sacrifici.Siamo arcistufi delle vostre chiacchiere che servono solo a spremere i lavoratori e ingrassare chi sta al ponte di comando».
Infine il capitolo giovani. I lettori insistono infatti sul possibile risvolto di un nuovo intervento sulle pensioni. «Visto che noi anziani dovremmo lavorare fino a 70 anni – è il rimbrotto di Clipper120 – come si creeranno i nuovi posti di lavoro per i nostri figli?». Se gli anziani non vanno in pensione, gli fa ecoRodsimon, «lasciando il posto di lavoro, i giovani e i precari non entreranno mai». Non mancano gli elogi al ministro. Ma molti pongono due condizioni: che si intervenga anche sulle pensioni degli onorevoli e soprattutto che, come suggerisce filippo.vellucci «se il sistema pensione va ancora corretto, va fatto nella direzione di tutelare i nostri figli: entrano nel mondo del lavoro con notevole ritardo e ne usciranno con indefinibile miseria».
ilsole24ore.cm – 19 agosto 2011