I granchi blu che hanno invaso mari e lagune in Italia, in particolar modo nell’Adriatico settentrionale, sono diventati talmente tanti che i ricercatori hanno iniziato a osservare comportamenti cannibali. In parole semplici, hanno iniziato a divorarsi l’un l’altro, a causa dell’estrema densità delle popolazioni sfociata in vere e proprie battaglie per la sopravvivenza, per accaparrarsi le risorse disponibili. Sono troppi e di fatto non riescono a trovare cibo a sufficienza per sostenersi, pertanto stanno indirizzando i voraci appetiti verso il “piatto” più disponibile: altri granchi blu.
È questa la drammatica situazione che vede coinvolto il crostaceo alieno proveniente dall’America, presente in Italia da decenni ma che solo negli ultimissimi anni ha avuto una impressionante esplosione demografica, che sta causando danni enormi all’acquacoltura e alla biodiversità autoctona. Si ritiene che la miccia è stata accesa dal cambiamento climatico, responsabile di aver reso i nostri habitat più favorevoli alla riproduzione e alla diffusione di questi granchi.
A spiegare la “deriva cannibale” del granchio blu (Callinectes sapidus) l’ecologo Mattia Lanzoni, ricercatore presso l’Università di Ferrara. La densità è talmente elevata che “sta diventando un problema per gli stessi granchi che hanno difficoltà a trovare il prodotto per nutrirsi adeguatamente”, ha spiegato lo studioso in una dichiarazione riportata da Repubblica. “Stiamo assistendo a fenomeni di cannibalismo con gli esemplari più grandi che attaccano quelli più piccoli per accaparrarsi spazio e cibo”, ha aggiunto Lanzoni.
Per rendersi conto di quanto sia drammatica la situazione, basti sapere che solo nel 2023 lungo il litorale veneto sono state prelevate oltre 320 tonnellate di granchi blu, mentre altre 200 tonnellate sono state raccolte in Veneto. Numeri significativi arrivano anche dalle coste e dalle lagune di Toscana e Lazio, ma avvistamenti sempre più frequenti vengono ormai fatti in diverse Regioni. Particolarmente colpita l’area attorno al delta del Po: al mercato ittico legato alle lagune delle Valli di Comacchio e dintorni arrivano circa 20 quintali di questi crostacei al giorno. Le invasioni negli allevamenti di vongole e altri molluschi bivalvi, oltre che di pesci, hanno generato danni ingentissimi abbattendo la produzione. Anche per questo è stata avviata una vera e propria campagna per promuovere l’utilizzo in cucina di questo granchio, che ovviamente non ha alcuna colpa come in tutti gli altri casi di invasioni “aliene”.