Alda Vanzan. Pelandroni i dirigenti della Regione Veneto? Il richiamo del segretario generale della Programmazione, Ilaria Bramezza, autrice di una circolare in cui ordina ai dirigenti di essere presenti in ufficio e di timbrare il cartellino, ha provocato un putiferio. I sindacati hanno contestato alla Lady di Ferro di generalizzare. L’attacco più duro è arrivato da Vittorio Panciera, segretario generale Fedir-Direv, il sindacato maggiormente rappresentativo della dirigenza regionale: «Sembra che la Lady di Ferro Ilaria Bramezza intenda colpire una ammucchiata di pelandroni e/o assenteisti come da verifiche che risulterebbero già effettuate. A questo punto non è dato comprendere perché la novella Thatcher non abbia assunto provvedimenti verso chi avrebbe sgarrato scegliendo invece la soluzione di sparare nel mucchio».
Fedir-Direv ha contestato l’illegittimità della presa di posizione della Bramezza alla luce del contratto di lavoro: i dirigenti – ha ricordato – non sono tenuti ad articolare l’orario di lavoro alle fasce dei dipendenti del comparto, quanto invece a conformare il proprio orario alle esigenze dell’ufficio cui sono preposti, rimanendo disponibili a svolgere le proprie funzioni al di là delle fasce orarie e spesso anche fuori e oltre le stesse.
«Ci si chiede infine – ha rincarato Panciera – e lo si è chiesto al vicepresidente della Regione, competente per la materia, se siano gli ukase e le pratiche inquisitorie a motivare la dirigenza, ovvero il contrario, tenuto conto che già la responsabilizzazione sui risultati è ravvisabile nell’attribuzione degli obiettivi e nel processo di valutazione. Non sarà certo una dirigenza demotivata e attenta ai minuti di timbratura a portare giovamento all’Amministrazione regionale, di cui la dirigenza stessa è stata ed è componente fondamentale, tant’è che in più occasioni il presidente Luca Zaia ha portato il Veneto quale esempio di Regione funzionante al meglio ed anzi primeggiante in Italia e ciò, sembrerebbe ovvio, non sarebbe potuto avvenire se la dirigenza non lavorasse con diligenza, impegno e senso di appartenenza».
Non è da meno il segretario generale Fp Cgil Veneto, Daniele Giordano che ha chiesto un chiarimento alla Bramezza: «Dica quanti provvedimenti disciplinari sono stati prodotti in questi mesi per “richiamare all’ordine” la dirigenza che parrebbe essere composta anche da una, non irrilevante, parte di negligenti. Il presidente Zaia o punisce i dirigenti lavativi, per come vengono descritti nella nota, che paiono essere già individuati dalla segreteria generale oppure si sta coprendo una situazione grave che rischia di gettare un grave discredito sull’azione amministrativa della Regione Veneto che, inevitabilmente, ricadrà su tutti i dipendenti che fanno invece, sia dirigenti che lavoratori del comparto, con dedizione e professionalità il loro lavoro». Giordano ha fatto inoltre presente che l’indicazione per le Posizioni organizzative «è contraria al decentrato vigente e che la contrattazione in corso non può essere sostituita dalle sue circolari». Sul piede di guerra anche la Cisl, che annuncia una lettera al vicepresidente Forcolin per oggi. «Non si può buttare discredito su tutti i dirigenti – dice Mario Manente – Se qualcuno non lavora va ripreso singolarmente, senza fare di un’erba un fascio».
IL Gazzettino – 6 luglio 2017