L’Italia è il paese con il più alto numero di morti per Covid-19, nonostante abbia preso le misure più pesanti di tutti per contrastare l’avanzata del virus. È più o meno questa la posizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Una posizione che ha suscitato non poche reazioni polemiche da parte del mondo scientifico. Non da ultima quella di Walter Ricciardi, che ha difeso le misure assunte dal governo Conte II e dal ministro Roberto Speranza, del quale il docente universitario ed ex presidente dell’Istituto superiore di sanità è stato a lungo consulente.
Ma qual è stato l’impatto delle misure assunte dal governo Conte e da quello Draghi che gli è succeduto, sul contenimento dei decessi da Covid-19? Quanto ha influito il lockdown e quanto invece le condizioni di partenza, quelle cioè demografiche e quelle legate al sistema socio sanitario? O non sarà che l’impatto decisivo nella riduzione dei decessi è venuto dalla campagna vaccinale? Per provare a capirlo, Wired ha incrociato qualche dato. Ecco i risultati.
Il lockdown
L’idea di fondo è stata quella di mettere in relazione la situazione italiana con quella registrata negli altri paesi europei. Per quanto riguarda i decessi da Covid-19, normalizzati per 100mila abitanti così da permettere un confronto, la fonte è stata il dataset alimentato da Our World in Data. Per quanto riguarda invece i giorni di lockdown, ci sono i dati sulle misure non sanitarie di contrasto alla pandemia dello European center for disease control (Ecdc). E qui il discorso è più complesso.
Nel senso che sono diverse le misure di lockdown messe in campo dai governi europei. Da quelli più duri, con l’obbligo a tutta la popolazione di non uscire di casa, a quelli più leggeri, legati ad esempio al consiglio ai soggetti fragili di evitare di uscire. Nello specifico, sono quattro le misure censite: Stay home order, sostanzialmente quello che è accaduto in Italia nella fase 1, Stay home order partial, una sorta di lockdown rilassato, Stay home order general, che consiste nella raccomandazione alle persone di evitare di uscire di casa, ma senza obbligo, e Stay home order general partial, una versione edulcorata della precedente.
Più un punto è a destra, maggiore è l’incidenza dei decessi. Più è in alto e maggiore è l’indice di lockdown calcolato da Wired. Il risultato non ha un grande significato dal punto di vista statistico, nel senso che non evidenzia una relazione tra le due variabili. Tra le nazioni che hanno registrato meno decessi rispetto all’Italia, ci sono sia paesi che hanno applicato lockdown più severi, sia altri che ne hanno scelti di più rilassati. E lo stesso vale tra quelli che hanno piano più morti di quanto non abbiamo fatto noi.
Le condizioni di partenza
È possibile che sui decessi da Covid-19 in Italia, che non sono stati i più alti né nel mondo, né in Europa, abbiano inciso le condizioni di partenza? Ovvero la situazione del sistema sanitario nazionale e l’anzianità della popolazione all’inizio del 2020? Anche in questo caso, incrociando i dati non emergono modelli significativi. Questa la situazione relativa alla percentuale di over 65 sul totale della popolazione:
Pur essendo il paese più anziano d’Europa (la bandiera italiana si trova infatti nel punto più alto del grafico), questo non ha avuto una relazione diretta con i decessi. E lo stesso vale se si incrociano le morti ogni 100mila abitanti con i posti letto ogni mille abitanti, un dato reso disponibile da Our World in Data.
Anche in questo caso, il grafico non evidenzia una relazione tra l’aumento dei decessi e la scarsità di posti letto disponibili. Una correlazione che si evidenzia invece se si guarda agli esiti della campagna vaccinale.
I vaccini
I paesi in cui la campagna vaccinale ha avuto un’adesione maggiore, sono anche quelli nei quali l’incidenza dei decessi è stata più bassa. Lo si vede osservando i dati:
Il grafico mostra una correlazione negativa tra l’adesione alla campagna vaccinale e l’incidenza dei decessi. Detto altrimenti, maggiore è la percentuale di persone che hanno completato il ciclo vaccinale e minore è il tasso di morti ogni 100mila abitanti. Insomma, i vaccini hanno salvato molte vite umane.
Beninteso, nessuno qui intende negare l’efficacia dei lockdown. Specialmente in un contesto in cui non esistono vaccini, come era quello dell’intero 2020, ridurre le occasioni di contagio è una misura efficace per contenere la diffusione della pandemia. E, di conseguenza, i decessi. È esattamente quello che è successo anche in Italia, con la curva dei contagi che si è piegata tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, proprio in conseguenza dell’obbligo di rimanere a casa.
Allo stesso modo, non era necessario rappresentare questi dati per dimostrare l’efficacia dei vaccini nel contrastare gli effetti gravi dell’infezione da Sars-CoV-2. Ribadirlo, però, di certo male non fa.
WIRED