«La gravissima truffa riguardante la presenza di carne di cavallo in moltissimi alimenti che ha coinvolto oltre 19 Paesi, deve essere trattata con la massima attenzione e tempestività. E’ gravissimo che nel paese delle eccellenze agroalimentari ogni giorno emergano problemi di questo livello». Ad affermarlo è la senatrice Pd Leana Pignedoli, che prosegue «è necessario coprire alcune lacune normative, rendere sempre più stringenti le sanzioni ma soprattutto arrivare ad un sistema di controlli strutturato ovvero coordinamento tra gli organismi deputati, programmazioni e criteri comuni di controlli». E la Commissione Ue proporrà misure per inasprire i controlli e «rinforzare» il passaporto per i cavalli. Lo annuncia Paola Testori Coggi.
«Inoltre – prosegue Pignedoli – non è più rinviabile la questione etichettatura su cui serve un’azione immediata da parte dell’Europa. La trasparenza e la piena consapevolezza dei consumatori è diritto primario ed è precondizione per un controllo “sociale” diffuso. Il caso specifico è’ poi strettamente connesso alla inquietante mancato censimento dei cavalli. La falsificazione delle documentazioni relative agli equini, e quindi la loro macellazione clandestina con conseguente miscelazione alla carne bovina, è situazione inaccettabile in un paese civile».
«Sicurezza alimentare, garanzia della salute dei cittadini e competitività – conclude Pignedoli- devono procedere di pari passo, su questo deve puntare il futuro del settore agroalimentare italiano nel nostro Paese». (Quotidiano sanità)
Commissione Ue propone misure per rinforzare il passaporto equino e inasprire i controlli
La Commissione Ue proporrà misure per inasprire i controlli e «rinforzare» il passaporto per i cavalli. Lo dice a ItaliaOggi Paola Testori Coggi, numero uno della Dg Salute e consumatori della Commissione Ue. Commentando i risultati, pubblicati ieri, degli esami straordinari a caccia di tracce di carne di cavallo non indicata in etichetta e del fenilbutazone, antinfiammatorio utilizzato nell’ippica, nelle carcasse equine, il dg ha assicurato: «Adotteremo misure per rinforzare il passaporto», che consente di distinguere cavalli da corsa e cavalli destinati alla catena alimentare.
Il passaporto esiste già ma la Commissione sta pensando a un database centrale, per integrare il sistema di controlli. Questo perché se «i dati raccolti nei test di queste settimane in generale sono rassicuranti», ha proseguito Testori Coggi, e quando è stata scoperta la frode in etichetta «i prodotti sono stati prontamente ritirati», resta l’aspetto della faccenda che fin dall’inizio ha avuto a che fare con la sicurezza alimentare propriamente detta. Vale a dire la presenza di fenilbutazone nelle carcasse, chiaro indicatore della possibilità che nel piatto possa finirci un cavallo da corsa.
Di recente l’Efsa ha ricordato che il fenilbutazone non è direttamente pericoloso per i consumatori, ma ha anche chiesto di migliorare il sistema di tracciabilità. «C’è il caso inglese, in cui le positività al farmaco raggiungono quasi il 2%», spiega Testori Coggi, «ma ciò è anche dovuto al fatto che il numero dei controlli è stato altissimo, su tutti i cavalli inviati al macello; comunque vanno resi più severi i controlli e su questo agiremo». Si comincia già nei prossimi mesi, nell’ambito del piano della Commissione Ue che prevede di intervenire con maggiore decisione su passaporto per i cavalli, frodi alimentari, programmazione delle analisi, sanzioni e etichettatura di origine.
Per quanto riguarda i risultati degli oltre 7.000 test svolti in tutta Europa, in media meno del 5% dei prodotti esaminati contiene tracce di Dna di cavallo e solo lo 0,6% delle carcasse risultano positive al fenilbutazone. In Italia, su 361 controlli a campione sono state rilevate 14 positività alla carne equina (3,87%). Risolto anche il «giallo», che nella prima parte della giornata di ieri dava le percentuali italiane oltre il 20%. L’elevato numero di positività, ha poi spiegato il ministero della salute in una nota, è stato dovuto al fatto che sono stati contati anche i risultati di controlli supplementari effettuati nella stessa azienda o in aziende collegate a quelle dove erano già state riscontrate positività. Dati statisticamente «non omogenei» e per questo non «sommabili» ha corretto il tiro il ministero.(ItaliaOggi)
18 aprile 2013