Dal 4,6% di partite positive alla carne equina durante i primi test alle attuali 0,6%. Nonostante siano passati ormai 2 anni dall’Horsegate le frodi però continuano. I risultati del secondo round di controlli
“L’indicazione di origine nella carne come ingrediente può portare a rigidità del sistema di offerta, che spesso si avvantaggia di partite spot, rendendo più costoso l’approvvigionamento di carne”: queste le parole che la Commissione Europea usava, quando nell’autunno scorso pubblicava la Relazione al Parlamento Europeo e l’analisi economica propedeutica, per valutare o meno la necessità di istituire l’indicazione dell’origine della carne usata come ingrediente. Sebbene tale previsione fosse già contenuta nel Regolamento orizzontale europeo 1169/2011 (art. 26, par. 6) aveva ricevuto nuova linfa in seguito allo scandalo dell’horsegate, la maxi-frode che aveva fatto scoprire come prodotti trasformati avessero l’abitudine di nascondere piccoli quantitativi di carne di cavallo in sostituzione a quella di manzo.
Se quindi dopo l’ansia iniziale dell’Horsegate le istituzioni, molto pragmaticamente (e con un occhio al portafogli) cercavano di buttare acqua sul fuoco, è di questi giorni una notizia appena rassicurante: i controlli, in diversi paesi (Ungheria, Lettonia, Bulgaria, ma anche Portogallo) hanno portato alle conclusioni che… meno cavallo di qualche anno fa gira per l’Europa.
I risultati dei test europei
Dopo la prima tornata di test, infatti, la Commissione ha appena pubblicato i risultati degli oltre 2622 test condotti nei 28 paesi membri, oltre a Norvegia e Svizzera.
Se la media è di 0,61% di campioni rinvenuti positivi alla carne equina nelle prove di DNA, i risultati variano: in Germania 1 solo caso su 204 campioni; in Spagna 1 su 140. Un miglioramento netto rispetto ai risultati del primo giro di test (con valori intorno al 4,6%), con la Francia che addirittura non ha avuto nemmeno un caso (dei 16 totali pervenuti). Contrariamente al primo giro di test, laddove su 193 casi 47 provenivano proprio dalla Francia.
Tonio Borg, Commissario alla Salute, si è detto soddisfatto dei risultati, ma vi sono voci contrastanti.
Intanto, ancora poco si sa di cosa intende fare la Commissione circa l’origine della carne come ingrediente. Tema che sembra finito su un binario morto, e con uno stallo presso il Comitato permanente per la filiera alimentare e la salute animale, dove i rappresentanti degli Stati membri non sembrano essere arrivati ad una soluzione utile sul da farsi.
Sicurezza alimentare Coldiretti – 28 luglio 2014