Sigilli all’ippodromo e allarme al Paolo IV dopo l’infezione che ha colpito tre animali da corsa: a giorni i risultati degli esami
C’è grande preoccupazione nel mondo dell’ippica tarantina per l’infezione di herpes che ha colpito tre cavalli da trotto che gareggiavano all’Ippodromo Paolo VI di Taranto. Gli animali sono già stati sottoposti a eutanasia assistita. La conferma sulla pericolosità dell’infezione arriverà tra oggi e domani dai laboratori dell’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, dove sono stati inviati i campioni encefalici prelevati sugli esemplari abbattuti. Intanto, ieri, il servizio veterinario dell’Asl di Taranto ha sequestrato la struttura disponendo il cordone sanitario. Questo significa divieto assoluto all’ingresso di nuovi animali nella struttura. Quelli presenti potranno invece gareggiare regolarmente. In caso di positività dell’esame, uno speciale organismo composto da membri dell’Istituto zooprofilattico di riferimento nazionale di Teramo, del Servizio sanitario regionale, dell’Unire e del Ministero della Salute, deciderà le misure, che saranno rapportate alla gravità del caso, e che possono arrivare fino alla sospensione di tutte le attività dell’ippodromo.
La segretaria dell’Ordine dei medici veterinari della provincia di Taranto, Maria Rosaria Manfredonia, che si occupa proprio delle patologie equine, non esprime pareri, almeno per ora. «Meglio parlare quando ci saranno posizioni ufficiali perché ad avventurarsi in quelle ufficiose si rischia di creare solo allarmismo. Aspettiamo il parere delle parti – dichiara la dottoressa – prima di lanciare preoccupazioni che allo stato delle cose non hanno ancora un riscontro». Il dibattito però accende molto la categoria, anche con qualche polemica relativa alla mancanza di profilassi e alla cattiva educazione sanitaria degli allevatori.
L’infezione da herpes, fanno sapere le fonti veterinarie, può essere combattuta con il vaccino, che purtroppo non è obbligatorio per i cavalli. «Tutto ciò che non è obbligatorio in Italia non viene applicato», affermano da tempo i veterinari. Affrontando l’emergenza in atto, c’è poi chi tira il freno invitando a guardare i numeri sull’incidenza dei contagi in Italia. Secondo costoro è sbagliato parlare di epidemia o di allarme sanitario con soli tre casi su circa cento esemplari da trotto presenti in tutta la provincia di Taranto. Il primo a rilevare i sintomi della malattia sui cavalli è stato il veterinario del centro ippico Paolo VI. La patologia, che ha un’evoluzione fulminea, si manifesta con i sintomi del raffreddore, che in poche ore si aggravano sino alla comparsa di segni nervosi. In questi casi il virus ha raggiunto il cervello provocando un indebolimento generalizzato dell’animale, che non riesce a mantenersi in piedi e si accascia entrando in uno stato vegetativo assimilabile al coma vigile dell’uomo.
fonte: Corriere.it
2 novembre 2010