Un nuovo governo, forse alcune riforme, addirittura una nuova stagione di stabilità per il Belpaese? La stampa estera ci crede poco. Non per sfiducia in Enrico Letta, cui anzi vengono tributati parecchi riconoscimenti.
Il problema è più vasto e il rinnovato protagonismo di Silvio Berlusconi viene visto con inquietudine. Sull’International Herald Tribune, l’edizione internazionale del New York Times, il columnist Anatole Kaletsky (detto l’«Econoclasta») firma un pezzo dal titolo «Le notizie dall’Italia non sono buone come sembrano». Questo perché, secondo l’editorialista, l’entusiasmo dei mercati per il prevalere della linea europeista di Giorgio Napolitano rischia di essere un’illusione. Perché Silvio Berlusconi è tornato ad essere un figura dominante a fronte di un centrosinistra a brandelli. L’Econoclasta paventa che il Cavaliere possa riprendere ad attaccare il rigore, l’Europa e la Germania per ripresentarsi come «un nuovo salvatore della Patria». Il Financial Times, invece, invita Enrico Letta ad «essere realista sugli obiettivi che questo esecutivo potrà raggiungere», dando «priorità alle riforme politiche più che a un cambio delle politiche economiche». Il titolo è «Il momento di Enrico Letta». Il quotidiano della City scrive che il governo «in ogni caso, non durerà a lungo». Perché «Berlusconi è un partner inaffidabile», mentre il Pd è «spaccato e di fronte a un cambio di leadership». Inoltre, il giornale londinese non ha apprezzato il discorso in cui Letta chiede di allentare l’«euro austerity»: «Il messaggio ha fatto clamore ma un governo italiano debole ha poche chance di ottenere dalla Germania o da altri creditori una virata». Sempre oltremanica si stampa The Economist. Che ritiene il nuovo governo «piuttosto promettente» ma avvisa che il suo mandato potrebbe essere breve: e dunque invita a mettere in cantiere «poche riforme urgenti: un nuovo sistema elettorale, una riduzione dei parlamentari, riforme sul mercato del lavoro».
Corriere della Sera – 27 aprile 2013